Marzo 10, 2024

Caccia ai passeur lungo rotta Balcanica Slovenia e Croazia lanciano task force

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Caccia ai passeur

La Rotta balcanica?

Non più una “autostrada” per una moltitudine di migranti e profughi che si muovono, come fu all’apice della crisi migratoria, cercando di superare insieme i confini, anche grazie alla forza dei numeri per raggiungere l’Europa più ricca; bensì tanti rivoli più o meno conosciuti, battuti soprattutto da piccoli nuclei di disperati che si affidano sempre più a “smuggler”,trafficanti senza scrupoli.

E allora i governi dei Balcani decidono di affrontare il problema con un coordinamento sovranazionale di polizia, una vera e propria task force pensata per indagare e sradicare le reti dei trafficanti di esseri umani nei Balcani. Nome in codice,

Zebra che è stata ufficialmente annunciata a Zagabria e sarà lanciata a tutti gli effetti la prossima settimana.

Si tratta, ha specificato il numero uno della Polizia criminale croata, Antonio Gerovac, di una iniziativa che vede come protagoniste soprattutto Zagabria e Lubiana, che saranno le coordinatrici della task force che opererà con il supporto di Europol e potrà contare sulla presenza di esperti anche di Bosnia-Erzegovina – una delle tappe-chiave della Rotta – e Germania.

Presto «anche colleghi della Romania» «si uniranno» all’iniziativa, ha anticipato Gerovac. «Nell’ambito di Zebra la polizia slovena, assieme a quella tedesca, croata e bosniaca» si focalizzerà su «indagini congiunte» per individuare le reti dei trafficanti nei Balcani, ha confermato il suo omologo sloveno, Damjan Petrić, anticipando che uno dei punti di forza del progetto sarà soprattutto lo scambio di informazioni tra i Paesi coinvolti, che dunque non lavoreranno più isolati nella lotta contro gli “smuggler”. Significativa anche la partecipazione di Europol. «I network criminali sono il motore che spinge i flussi di migranti e ogni intervento della polizia ha il potenziale per impattare sulle azioni di questi gruppi», ha confermato Seweryn Stopa, responsabile del Centro anti- traffico di migranti di Europol – che proprio l’altro ieri ha annunciato l’arresto di 19 trafficanti in Bosnia e Croazia. E i network sarebbero particolarmente attivi nell’anno in corso.

Nella sola Croazia, ha reso noto Gerovac, «nei primi due mesi del 2024 sono stati 394 i reati relativi al traffico di migranti e oltre 430 i sospetti smuggler fermati – erano stati 1.600 nell’intero 2023 -; e parliamo rispettivamente di aumenti «del 320 e del 277%», ha sottolineato il funzionario della polizia di Zagabria. In genere la stragrande maggioranza è straniera, «solo il 20% cittadini croati» e dunque si parla di crimini «di carattere internazionale » che richiedono risposte sovranazionali.

E i numeri sul lungo periodo sono ancora più imponenti. Zagabria ha «arrestato più di 8 mila trafficanti in otto anni», ha specificato da parte sua il ministro degli Interni croato, Davor Božinović. Nel frattempo sulla Rotta balcanica i flussi non si arrestano, anche se i dati al momento rimangono contrastanti e difformi. Al termine più settentrionale della Rotta, la Slovenia ha registrato 3.450 ingressi irregolari nel mese di gennaio, pari a un significativo +34%.

Dati differenti – in calo – arrivano da metà strada, ossia dal Commissariato per i rifugiati in Serbia, che dall’inizio dell’anno ha evidenziato 4.536 ingressi, con un -43% rispetto ai primi mesi del 2023. In Bosnia, infine, ogni mese del 2023 ha registrato flussi in aumento di circa un terzo rispetto al 2022, con un picco di 3.821 a dicembre e circa 70mila transiti. Ma nei centri a fine gennaio erano “solo” in 3.300

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