Allenamento e DNA la nuova frontiera.
L’interazione tra allenamento e DNA rappresenta una delle frontiere più innovative, nel campo della scienza dello sport e della genetica.
La prestazione sportiva, nel contesto attuale, è sempre meno il risultato di fattori casuali e improvvisati.
Si configura piuttosto come un centro di convergenza in cui si intersecano crescentemente conoscenze, competenze e sperimentazioni di varia natura.
Strumenti d’indagine sempre più sofisticati, accompagnati da risorse economiche e professionali in costante aumento, vengono messi a disposizione degli atleti e dei loro team.
Non c’è dubbio che la scienza stia contribuendo in maniera significativa: basti pensare ai progressi nei campi della nutrizione, delle neuroscienze e dell’analisi biomeccanica.
Una delle frontiere più promettenti è senza dubbio quella relativa all’analisi del DNA.
La mappatura del genoma umano è stata completata ormai quindici anni fa, rappresenta una pietra miliare nello studio della genetica applicata al campo sportivo.
Proseguono le ricerche e le scoperte sono all’ordine del giorno; non ancora svelate quali siano le reali ricadute nel mondo sportivo.
Per essere chiari, un test del DNA non consente di determinare a priori se un giovane diventerà un campione o in quale disciplina eccellerà; alcune tendenze e correlazioni tra caratteristiche genetiche specifiche e predisposizione atletica sono già state chiarite.
Sottoporsi a un test operazione che merita di essere sottolineato dovrebbe avvenire una sola volta nella vita può senz’altro rappresentare un valore aggiunto nella carriera di un atleta.
Infatti, la comunità scientifica concorda nell’affermare che deve essere rigettato il concetto di “determinismo genetico”;
Ciò implica che il DNA presenta margini di modificabilità.
In particolare, il corredo genetico è immutabile ed ereditario; tuttavia, entro certi limiti è possibile intervenire sulla sfera dell’epigenetica:
Si tratta di quelle modifiche al DNA che non alterano la sequenza del patrimonio genetico ma riescono comunque a modulare l’espressione dei geni associati ad esempio alla crescita ed alla struttura muscolare.
Esistono caratteristiche fisiche chiaramente ereditarie, come il colore degli occhi; tuttavia su altre variabili l’impatto dell’allenamento si riflette anche a livello genetico.
È stato osservato che l’esplosività e la flessibilità muscolare presentano una forte componente ereditaria e risultano scarsamente allenabili; viceversa i metabolismi aerobici insieme agli aspetti tecnici e tattici legati ad uno sport sono maggiormente influenzabili dall’allenamento.
I metabolismi anaerobici insieme all’equilibrio occupano una posizione intermedia.
Le caratteristiche fisiche lo studio dei nostri geni fornisce informazioni preziose riguardo numerosi aspetti:
Allenabilità intesa come entità e velocità della risposta all’allenamento.
Intensità ottimale dell’allenamento: alcuni atleti rispondono meglio a sedute improntate sulla potenza mentre altri su quelle dedicate alla resistenza.
Tempi di recupero necessari tra le sedute o tra gli esercizi all’interno della stessa sessione per garantire un ripristino ottimale delle qualità fisiche.
Predisposizione agli infortuni.
Intolleranze alimentari o sensibilità alimentari nonché le loro interferenze con l’allenamento e con stati infiammatori correlati.
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