I nostri dati sensibili spiati e per che cosa
Mi lascia perplesso l’episodio, in merito al massiccio furto di informazioni sensibili, recentemente emerso, riguardanti aspetti politico-istituzionali e privati,
e i dubbi e tanti rimangono ben impressi, la domanda è dove realmente vanno a finire i nostri dati e a cosa serviranno domani, chi se li tiene nel cassetto?
l’Autorità Garante per la protezione dei dati ha dichiarato:
sebbene con un certo ritardo, l’intenzione di istituire una task force: una reazione tipica di chi si è trovato impreparato.
Ovviamente, l’intera vicenda mette in luce problematiche gravi che coinvolgono tutti noi.
Innanzitutto, è fondamentale riflettere su quanto siamo esposti,
e su quanto scarse siano le nostre difese nei confronti di coloro che sorvegliano o addirittura rubano le nostre vite e informazioni.
Ormai abituati a inviare dati digitali per una vasta gamma di attività:
operazioni bancarie, acquisto di biglietti ferroviari, prenotazione di spettacoli o ristoranti, comunicazioni via chat o ricerca di informazioni online.
In alcuni casi ci vengono richieste verifiche tramite password o numeri criptati o messaggi di controllo, al fine di garantire la nostra sicurezza.
L’esperienza quotidiana dimostra che molti di questi dati non rimangono esclusivamente “nostri”.
Il web come Google Meta Instagram e WhatsApp li utilizzano per inviarci promozioni non richieste.
E logicamente per indirizzare le nostre ricerche verso obiettivi specifici e per inserirci in profili marketing:
attività su cui non sono esercitate limitazioni efficaci da parte della politica né dal Garante stesso.
Sappiamo anche della possibilità di installare nei nostri dispositivi, programmi volti alla cattura dei dati, che spaziano dalla clonazione delle carte di credito ai ricatti informatici;
reati sui quali dovrebbe vigilare la polizia postale che spesso si trova un passo indietro rispetto ai criminali sia sul piano tecnologico sia sotto il profilo dell’astuzia.
Un’impresa privata con solidi legami politici sia a destra che a sinistra,
ha avuto accesso a banche dati considerate blindate, tra cui quelle dell’INPS, della Finanza e del Viminale.
I nostri dati sensibili spiati e per che cosa. L’obiettivo era mettere in vendita, scambiare o utilizzare in vari modi dati sensibili riguardanti non solo le istituzioni ma anche la vita privata dei cittadini: le vite degli altri.
E’ sicuro e possibile che qualche tecnico esperto sia riuscito a perforare le barriere di sicurezza; questo dovrebbe far riflettere sulla loro vulnerabilità.
È legittimo interrogarsi se non si tratti in questo caso più dell’uso criminoso, delle informazioni ottenute grazie a relazioni politiche e istituzionali piuttosto che di semplice hackeraggio.
Tutti i partiti politici hanno voluto dichiararsi vittime dello spionaggio avvenuto;
tuttavia in molti dovrebbero porsi la questione se non siano stati anche complici, il dubbio resta.
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https://www.proofpoint.com/it/threat-reference/data-theft
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