Entro il 2035, si stima che quasi quattro miliardi di persone saranno affette da obesità o risulteranno sovrappeso.
La previsione è fornita dal report del 2024 della Fondazione mondiale dell’obesità e corrisponde a circa il 50% della popolazione globale.
Questo fenomeno sta diventando sempre più prevalente anche tra bambini e adolescenti.
Recentemente, l’Unione Europea ha autorizzato l’estensione dell’uso di un farmaco per la perdita di peso agli adolescenti a partire dai 12 anni.
La questione riguarda anche l’Italia, dove nel 2035 si prevede che circa il 31% della popolazione sarà affetta da obesità,
con un tasso medio di incremento pari al +2,1% solo per quanto concerne la popolazione infantile.
Secondo il dossier, tale aumento sarebbe attribuibile a diversi fattori: dall’emergenza climatica agli agenti inquinanti. In particolare, gli alimenti meno salutari,
caratterizzati da elevate quantità di grassi e zuccheri aggiunti, insieme a una industria alimentare poco attenta, contribuiscono significativamente alla situazione.
Le restrizioni ai movimenti imposte dalla pandemia hanno avuto un impatto notevole;
mentre alcune persone hanno approfittato del periodo legato al Covid-19 per migliorare la propria forma fisica utilizzando gli spazi domestici, altre sono divenute ancora più sedentarie.
Il report richiede interventi decisivi sia a livello nazionale che internazionale,
comprese forme di tassazione su alimenti insalubri accompagnate da limitazioni nella loro promozione; ciò era stato richiesto all’Unione Europea riguardo ai prosciutti e ai vini ma è stato respinto anche per volontà dell’Italia.
Si insiste inoltre sulla necessità di etichette più chiare.
È fondamentale il ruolo delle scuole, dove nelle mense dovrebbero essere serviti cibi sani con un apporto maggiore di frutta e verdura,
nella preparazione dei pasti e nella fornitura degli snack spesso troppo salati o dolci.
Un problema centrale riguarda proprio le giovani generazioni; infatti i dati del report evidenziano come il tasso di obesità aumenti molto più rapidamente nei bambini rispetto agli adulti.
Gli autori del report sottolineano che questa analisi non intende colpevolizzare coloro che soffrono di queste patologie spesso considerate croniche;
tra i fattori di rischio figurano situazioni biologiche, sociali ed ambientali.
Si menzionano in particolare gli agenti inquinanti sempre più diffusi come i pesticidi poiché interferiscono con il sistema endocrino influenzando così l’aumento ponderale.
Attualmente i Paesi in via di sviluppo sembrano meno preparati ad affrontare questo incremento dell’obesità rispetto ai Paesi con un PIL più elevato che hanno iniziato ad integrare programmi specifici nei loro sistemi sanitari nazionali ed una certa sensibilizzazione al problema.
Il ricorso ai medicinali sembra prevalere rispetto alla lotta contro la sedentarietà e l’abuso di cibi “cattivi”.
A conferma vi è la recente decisione dell’Agenzia dei medicinali dell’Unione Europea che ha raccomandato l’espansione dell’uso del farmaco dimagrante prodotto dalla casa farmaceutica danese Novo Nordisk negli adolescenti dai dodici anni in su.
Questa decisione segue le orme della sua omologa statunitense.
Il produttore ha comunicato che il parere favorevole del Comitato per i medicinali per uso umano rappresenta un “importante riconoscimento del bisogno medico insoddisfatto tra gli adolescenti affetti da obesità e della necessità di ulteriori opzioni terapeutiche”.
https://www.sanita33.it/mercato/1985/novo-nordisk-continua-a-crescere-grazie-ai-farmaci-anti-obesita.html
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