I cibi ultraprocessati sono estremamente deliziosi e piacevoli al palato, oltre ad essere rapidi da preparare e dotati di una lunga durata di conservazione.
Indubbiamente, i cosiddetti “cibi ultraprocessati” presentano numerosi aspetti positivi.
Si tratta di alimenti confezionati e pronti per il consumo o il riscaldamento, derivanti da processi industriali ripetuti.
È importante sottolineare che un’eccessiva assunzione di tali alimenti può comportare problemi per la salute, e aumentare il rischio di patologie intestinali fino a circa il 35%.
Gli esperti si sono concentrati in particolare sui cibi pronti da mangiare o riscaldare.
Il consumo di questo tipo di alimenti sta costantemente aumentando negli Stati Uniti,
dove mediamente circa il 57% delle calorie consumate dagli adulti proviene da tali prodotti.
Potrebbe sembrare che l’Italia sia meno esposta a questo tipo di rischio a causa delle sue abitudini alimentari più salutari, ma tale presupposto non è corretto.
I risultati dello studio dimostrano che le abitudini alimentari dei partecipanti sono associate al rischio di mortalità. I ricercatori hanno preso in considerazione sia gli aspetti nutrizionali che quelli legati al grado di trasformazione degli alimenti.
I risultati confermano che il consumo di alimenti di bassa qualità nutrizionale o ultraprocessati aumenta significativamente il rischio di mortalità, soprattutto per malattie cardiovascolari e tumori.
I risultati ottenuti suggeriscono quindi che il rischio di mortalità aumenta.
Non solo a causa della scarsa qualità nutrizionale, ma anche a causa del loro eccessivo grado di elaborazione.
Un alimento viene considerato non processato o minimamente processato: quando rimane intatto, come si trova in natura o con poche modifiche rispetto al suo stato originario.
Ad esempio, carote, mele e pollo crudo sono solo alcuni esempi.
Un certo grado di lavorazione degli alimenti è comune e può consistere nella cottura o nell’aggiunta di sale o olio. Se ciò avviene a livello industriale, come nel caso dei legumi in scatola, tali alimenti vengono definiti processati.
I cibi ultraprocessati prendono il nome da numerosi ingredienti aggiunti,
come sale, zucchero, coloranti e additivi e spesso sono prodotti tramite l’elaborazione di sostanze estratte da alimenti più semplici come grassi e amidi.
Rientrano in questa categoria molti piatti pronti e surgelati, bevande zuccherate, prodotti venduti nei fast-food e numerosi snack confezionati dolci o salati.
In alcuni casi, anche alimenti erroneamente considerati salutari come cereali per la colazione, yogurt dolci alla frutta o cracker possono essere ultraprocessati.
Riconoscere tali alimenti non è sempre facile, ma leggere l’etichetta presente sulla confezione può essere di grande aiuto. Se un alimento non è stato processato, l’unico ingrediente sarà generalmente l’alimento stesso, ad esempio: carota o mela.
Al contrario, se l’elenco degli ingredienti si allunga, aumenta la probabilità che tale alimento sia stato lavorato o ultralavorato.
Pertanto, è opportuno evitare o limitare notevolmente il consumo di alimenti ultraprocessati.
Cibo e Benessere, Fermare il Tempo
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