Ottobre 4, 2024

Bioplastica la plastica ecologica da scarti vegetali

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Bioplastica la plastica ecologica da scarti vegetali

Un gruppo di ricercatori di Losanna ha scoperto un metodo per produrre una bioplastica a partire dagli scarti vegetali.

Questa plastica ecologica, simile al PET, soddisfa i criteri necessari per fungere da sostituto della plastica attualmente utilizzata.

Presentando vantaggi quali costo contenuto, resistenza e compatibilità, oltre a essere più rispettosa dell’ambiente.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, illustra come sia possibile recuperare gli scarti agricoli e trasformarli in plastica grazie a una tecnica innovativa.

Tale tecnica consiste nell’aggiunta di sostanze organiche denominate aldeidi, le quali riescono a stabilizzare una parte del materiale vegetale.

Come legno e scarti agricoli, evitando così che questi vengano distrutti durante il processo di estrazione:

In questo modo, le molecole di zucchero agiscono come mattoncini costitutivi della plastica consentendo la formatura del materiale plastico in un’unica fase.

Con questa semplice tecnica, si può convertire fino al 25% del peso degli scarti agricoli in plastica.

Ciò che rende unica questa bioplastica risiede nella conservazione della struttura intatta degli zuccheri presenti nelle piante.

Questo aspetto ne facilita notevolmente la produzione poiché non si interviene su ciò che è già presente e risulta anche facilmente degradabile poiché può essere scomposta in molecole largamente diffuse in natura. La semplicità della sua composizione sembra classificarla come una vera bioplastica ecologica capace di sostituire anche le attuali bioplastiche commercializzate.

Le caratteristiche che la equiparano al comune PET impiegato in numerosi prodotti quotidiani, tra cui le bottiglie di plastica, sembrano conferirle una maggiore adattabilità.

Da attendere e osservare come la diffusione di questa nuova plastica ecologica modificherà il nostro quotidiano: ci si auspica che tale transizione non richieda un tempo eccessivo.

L’ Azienda Sant’Anna ha introdotto sul mercato la Bio Bottle: una bottiglia realizzata in PLA che si biodegrada nel giro di 80 giorni.

Da sottolineare che sebbene il PLA sia considerato una bioplastica è pur sempre un prodotto industriale; pertanto non è compostabile naturalmente ma biodegradabile tramite specifici processi di smaltimento

Negli anni ’90 nasce Biotrem l’intento originale era quello di utilizzare crusca di frumento per creare piatti biodegradabili. I piatti ottenuti dalla crusca rappresentano un’alternativa valida ai prodotti cartacei o plastiche tradizionali con minori danni all’ambiente:

Infatti il processo produttivo non richiede ingenti quantità d’acqua né l’estrazione massiccia delle materie prime necessarie.

Questi articoli sono completamente compostabili entro soli 30 giorni rispetto ai 100 anni richiesti per la decomposizione della plastica convenzionale.

È imperativo trovare soluzioni atte a ridurre la nostra dipendenza dai prodotti plastici tradizionali;

Questo obiettivo sta guidando diverse amministrazioni governative che hanno implementato il divieto riguardante la produzione, distribuzione e utilizzo della plastica monouso.

In maniera analoga anche l’Europa si pone all’avanguardia nella lotta contro la plastica monouso: infatti sono in vigore disposizioni emanate dalla Commissione Europea secondo cui sarà vietata l’immissione nei mercati degli Stati membri dell’UE riguardo piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati realizzati in plastica monouso.

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