Il governo ha deliberato l’estensione dell’età pensionabile per i dipendenti pubblici a 70 anni.
Le amministrazioni avranno la facoltà di richiedere ai dirigenti di prolungare la loro permanenza fino a tale età, al fine di fornire tutoraggio o affiancamento ai nuovi assunti.
Attualmente, si contano trecentomila dipendenti non sostituiti a causa del blocco del turnover.
Negli ultimi quattro anni, le procedure attuate sono state prevalentemente quelle autorizzate dal governo precedente, insieme alle iniziative avviate in ambito sanitario a seguito dell’emergenza pandemica.
Gli enti stanno attraversando una fase di desertificazione, con un evidente disinteresse da parte del governo.
Anche nelle funzioni centrali, il contributo dell’attuale esecutivo appare insufficiente e quasi inesistente.
Il ministro rivendica da anni circa 170mila assunzioni originate da leggi di bilancio e dall’amministrazione precedente, mentre solo 23mila possono essere attribuite al governo attuale per quanto concerne le funzioni centrali.
Si sarebbe potuto procedere all’assunzione degli idonei, stabilizzare i precari e rivoluzionare non solo gli aspetti procedurali ma anche le modalità delle procedure concorsuali.
Inoltre, la logica dei quiz risulta obsoleta e inadeguata per reclutare nuove competenze.
Per quanto riguarda il salario:
E’ giunto il momento di porre fine alla narrazione riguardante il merito.
I salari base sono esigui e la retribuzione contrattuale è inadeguata; oltretutto, il ministro intende attribuire valutazioni attraverso pagelline compilate dai dirigenti.
Salari insufficienti, valutazioni superficiali, incremento dei carichi di lavoro e ora anche l’innalzamento dell’età pensionabile.
Non si venga a dire che sono i lavoratori a scegliere;
dopo oltre quarant’anni di servizio senza percepire il TFR e senza rivalutazione dei coefficienti lavorativi-
Con pensioni inferiori al salario minimo considerando altresì il taglio delle aliquote della recente legge di bilancio per alcune categorie di dipendenti pubblici,
non vi è alcuna libertà di scelta; molti saranno costretti a rimanere nel lavoro per diventare ancora più poveri.
Per sopravvivere, molti dovranno decidere se essere pensionati indigenti o lavoratori esausti.
A queste condizioni, non solo la Pubblica Amministrazione perde attrattiva, ma mortifica anche coloro che vi operano.
Post Views: 97