Luglio 27, 2024

La tassa sullo zucchero e le bevande gassate

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La tassa sullo zucchero e le bevande gassate

La tassa sullo zucchero non si configura unicamente come uno strumento fiscale per incrementare le entrate statali.

Ma rappresenta anche una leva efficace per combattere l’obesità, in particolare quella infantile.

Recenti studi condotti negli Stati Uniti hanno scientificamente avvalorato questa affermazione.

A Seattle, dove la tassa sullo zucchero è stata implementata nel 2019.

I bambini mostrano un indice di massa corporea inferiore rispetto ai loro coetanei residenti in altre città prive di tale imposta sulle bevande gassate.

La riduzione dell’indice di massa corporea risulta particolarmente significativa tra i bambini precedentemente classificati come sovrappeso o obesi prima dell’introduzione della tassa.

Purtroppo, e ciò è sorprendente considerando che l’Italia è la patria della dieta mediterranea e della frutta di qualità superiore.

Il nostro Paese presenta una percentuale record a livello europeo di bambini obesi, nella fascia d’età compresa tra i 6 e i 10 anni: il 21% dei maschi e il 14% delle femmine.

Se si considera anche il sovrappeso, tali percentuali salgono vertiginosamente al 42% per il sesso maschile e al 38% per quello femminile.

Senza voler generare allarmismi, ci troviamo di fronte a un’epidemia che necessita di interventi urgenti;

infatti, coloro che sono in sovrappeso durante l’infanzia hanno il 60% delle probabilità di mantenere tale condizione anche nell’età adulta.

In Europa, solo Cipro e Grecia presentano tassi simili ai nostri; tuttavia, in Grecia la prevalenza è del 9% tra i maschi e del 6% tra le femmine, mentre in Danimarca scende al 5%.

Naturalmente influenzano questa situazione stili di vita poco salutari ad esempio l’eccessivo ricorso all’automobile per accompagnare i bambini a scuola, così come abitudini alimentari non corrette quali saltare la colazione seguita da merende eccessivamente abbondanti.

Non vi è dubbio che anche le bevande gassate contribuiscano significativamente al problema poiché contengono elevate quantità di zuccheri.

Questo spiega la consistente diminuzione dei consumi di tali prodotti registrata negli ultimi quindici anni sia in Italia che più in generale nel mondo occidentale;

ciò è avvenuto grazie a una maggiore consapevolezza degli adulti riguardo agli effetti collaterali devastanti associati al consumo elevato di zuccheri.

Le aziende produttrici stanno già intraprendendo un processo di riconversione della loro offerta verso bevande meno zuccherate e più salutari.

Pertanto, la tassa sulle bevande gassate non costituisce soltanto una fonte aggiuntiva per lo Stato.

Utile a stabilizzare un bilancio pubblico precario; essa rappresenta innanzitutto un deterrente volto ad incentivare pratiche coerenti con quanto richiesto dal concetto di non sprecare.

Innovazione dei prodotti e consumi responsabili sono due aspetti fondamentali sotto l’egida della Sostenibilità.

L’innovazione implica che le aziende debbano sempre più sviluppare prodotti contenenti minori quantità di zucchero spesso con migliori profili gustativi che generino anche minori dipendenze da tali bevande.

Il consumo responsabile dovrebbe impedire ai genitori di permettere ai propri figli un abuso delle bibite gassate durante tutto l’arco della giornata.

È importante sottolineare come molti paesi europei ed americani stiano seguendo questo percorso.

La proposta di introdurre una tassazione sulle bibite gassate pari circa al 20% del costo unitario del prodotto è stata esplicitamente raccomandata in un Rapporto redatto dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS).

Considerandola una misura fondamentale per contrastare la diffusione dell’obesità e del sovrappeso.

Un fenomeno che rappresenta uno spreco doppio comprendente sia la salute milioni di individui sia i costi sostenuti dai servizi sanitari per queste patologie.

Inoltre, attraverso l’imposizione su tali bevande gassate, l’OMS intende affrontare altre malattie diffuse globalmente come il diabete e le carie dentarie.

Di fronte a questa sollecitazione da parte dell’OMS emerge chiaramente una dicotomia comportamentale: vi sono coloro che adottano misure concrete ed altri che preferiscono distogliere lo sguardo dalla questione.

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