Luglio 21, 2024

Pago (Croazia) trovato un tesoro di anfore Romane

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Pago (Croazia) trovato un tesoro di anfore Romane

Era il 27 luglio del 2018 quando, nella località di Letavica, sull’isola di Pago, Croazia.

Venne rinvenuto un autentico tesoro costituito da circa 400 anfore, le quali erano state incrostate da organismi marini a causa della loro permanenza sott’acqua per almeno due millenni.

Questo prezioso reperto archeologico, ancora in corso di scavo, è ora liberamente accessibile sia agli abitanti che ai visitatori purché siano subacquei.

In quel giorno, sei anni fa, Vedran promise ai suoi clienti durante una immersione,

che avrebbero avuto l’opportunità di ammirare gronghi e astici e forse anche qualche pesce pregiato.

Nulla di tutto ciò accadde e così Vedran titolare del Club diving Foka di Šimuni,

decise di spingersi un po’ più in profondità solo per dare un’occhiata.

Fu proprio a una profondità compresa tra i 37 e i 39 metri che notò qualcosa che assomigliava a un ammasso di scogli.

Spinto dalla curiosità, il sub esperto decise di scoprire con precisione cosa fosse.

Quando si avvicinò a pochi metri da quello che sembrava essere un gruppo di rocce.

Dorušic rimase estasiato dalla gioia nel constatare la presenza di numerose anfore.

Dopo aver fatto questa scoperta ero come frastornato ero altrettanto felice perché il sito archeologico si trovava a soli 2 chilometri dal mio centro diving.

Subito dopo il ritrovamento, ho immediatamente avvisato le autorità competenti.

Poco dopo venne formato un team di esperti provenienti dall’Università di Zara dal Centro internazionale di archeologia subacquea di Zara e dal Museo archeologico.

Gli esperti sostengono che le anfore risalgono al I secolo a.C., all’epoca degli ultimi decenni della Repubblica romana.

Le anfore sono disposte lungo un tratto di 24 metri, situato tra sabbia e rocce,

da cui si può dedurre che la nave che trasportava i contenitori fosse lunga circa una trentina di metri.

Come spiegato da Dorušic sin dall’inizio, l’idea prevalente è stata quella di non limitare il sito con strutture metalliche protettive.

Abbiamo voluto che l’area sia completamente accessibile agli appassionati del mare, ai turisti e a chiunque sia interessato senza temere furti o danneggiamenti al reperto.

E abbiamo avuto ragione. Al contrario, nel vicino sito di Vlaška mala, dove erano presenti circa un centinaio di anfore antiche, l’area era sigillata da una gabbia metallica e circa il 40% dei contenitori è stato rubato.

Questo dimostra che l’area del ritrovamento non deve essere limitata o ostacolata in alcun modo. Il nostro sistema di valorizzazione è stato addirittura riconosciuto dall’UNESCO, il che ci ha resi particolarmente felici.

Presto verrà collocata sul fondale, vicino alle anfore, una targa informativa che conferma tale riconoscimento UNESCO.

Traghetto acqua blu, è l’Isola di Pago è tutto Disco dance

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