Era il titolo di una canzone del grande Lucio Battisti molti anni fa, “Le ragazze dell’Est”. Le ricordo bene, le ho conosciute tra il ’96 e il 2000, erano qui, vicino a casa, poco oltre il confine, a lavorare. Erano gentili, con grandi occhi azzurri e capelli biondi raccolti, con fisici atletici di chi ha sempre praticato sport sin da giovane.
Avevano un’istruzione solida proveniente dall’Università dell’Est, specializzate in fisica nucleare, ingegneria navale militare, e così via. Erano finite a lavorare qui perché nella loro Ucraina c’era molta povertà all’epoca. Qui conducevano una vita di lavoro tranquilla, alcune con bei vestiti, trascorrendo qualche serata con italiani generosi, disposti a spendere un po’ di soldi per una cena o per stare in loro compagnia.
Ogni tanto, “Le ragazze dell’ Est” dopo mesi, tornavano a casa in Ucraina in treno, acquistando regali per madri e bambini; ad esempio, dovevano portare una sola scarpa, l’altra la spedivano per posta (ad esempio, Adidas), poiché al confine ungherese i poliziotti sequestravano tutto, non prima di abusare di loro per una settimana nei locali di confine. Successivamente potevano ripartire.
Riferendomi al caso Salis, oggi non so cosa dire o pensare, lascio a voi una riflessione. Questa era una realtà drammatica e purtroppo poco conosciuta: le violenze e gli abusi subiti dalle donne migranti durante il loro viaggio in Europa. Le storie di abusi da parte dei poliziotti ungheresi al confine sono raccapriccianti e lasciano sgomenti.
Se vi va lasciate un commento o una stellina. Grazie a tutte e a tutti
Avdiivka Catturati centinaia di soldati di Kiev
Post Views: 188