Nell’immaginario collettivo, l’industria cosmetica è comunemente associata alla chimica di sintesi e all’effimero.
Apparentemente, non vi è nulla di più distante dal mondo dell’agricoltura.
In realtà, essa sta diventando un canale di vendita e valorizzazione sempre più rilevante per la produzione agricola di alta qualità.
Questo è particolarmente evidente nel settore della cosmesi che utilizza materie prime agricole al posto dei prodotti di sintesi.
Il segmento naturale e biologico della cosmesi rappresenta una nuova tendenza e una prospettiva affascinante anche per i produttori agricoli italiani.
Secondo il rapporto della Cosmetica Italiana: è industria che contribuisce positivamente al Paese, ogni persona utilizza quotidianamente almeno otto prodotti cosmetici.
Ciò comporta un forte impatto sull’ambiente in termini di imballaggi e sostanze chimiche.
Il mercato cosmetico si presenta come un settore enorme caratterizzato da resilienza e anticiclicità.
Nel 2023, in Italia, ha generato un fatturato di 22 miliardi di euro,
Inoltre, vi sono circa 155mila lavoratori impegnati lungo tutta la catena produttiva e distributiva.
Si tratta di un settore in cui le donne rappresentano il 54% della forza lavoro, quasi il doppio rispetto alla media dell’industria manifatturiera.
L’intero mercato cosmetico si sta orientando sempre di più verso la sfera del naturale, rendendo così la ricerca di materie prime agricole di alta qualità un elemento strategico fondamentale.
Questa tendenza costituisce una grande opportunità per le aziende agricole biologiche e biodinamiche.
Le materie prime agricole saranno sempre più richieste dalle aziende cosmetiche sul mercato, poiché la cosmesi naturale non è solo una moda passeggera, ma rappresenta il percorso con maggiori prospettive di crescita”.
Un esempio di questa tendenza è rappresentato dalla scelta delle case farmaceutiche di istituire coltivazioni all’interno delle proprie sedi, come nel caso di Aboca in Italia.
Anche Wala ha deciso di stabilirsi in Germania in una fattoria che comprende circa 9 ettari di terreno destinati a un giardino botanico biodinamico per le piante officinali.
Inoltre, l’azienda ha consolidato una rete equosolidale di fornitori e partnership nei paesi da cui provengono le materie prime agricole.
Sono già numerosi progetti che coinvolgono cooperative agricole biodinamiche, garantendo il rispetto delle persone, del territorio e dell’intera biodiversità locale,
In Italia si acquista l’ Erba cristallina dalla Sicilia, utilizzata per una crema specifica per la dermatite, nonché alcuni oli essenziali come l’olio di Pino cembro dal Sud Tirolo e l’olio di Bergamotto dalla Calabria. La politica aziendale mira a ridurre l’inquinamento globale, quindi si cerca di acquistare le materie prime il più vicino possibile.
Vi sono alcuni prodotti che non crescono in Europa e pertanto vanno ricercati i migliori prodotti nella loro regione d’origine.
Ad esempio, il burro di karité in Burkina Faso all’interno di una cooperativa composta da 300 donne coinvolte in un progetto ventennale.
Avocado e noci di macadamia coltivate attraverso metodi agroforestali in Kenya. I prodotti devono fare bene non solo alle persone che li utilizzano, ma anche al mondo agricolo.
Per Wala, la scelta delle materie prime provenienti dall’agricoltura biologica rappresenta oggi una necessità imprescindibile.
Le piante medicinali comunicano con il nostro corpo e la nostra pelle per aiutarli a ritrovare il loro equilibrio naturale.
Pertanto, è fondamentale utilizzare prodotti agricoli caratterizzati da massima purezza e capaci di rispecchiare il ritmo della natura stessa.
Oggi sul mercato queste caratteristiche si riscontrano prevalentemente nei prodotti biodinamici.
Il ritmo e i cicli naturali rivestono un ruolo fondamentale per gli agricoltori biodinamici nel processo di estrazione e nella preparazione di rimedi e cosmetici.
Alimentazione, la dieta antinfiammatoria i benefici
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