La condivisione dei dati sanitari personali tramite piattaforme digitali apposite, che è possibile rifiutare fino a domenica 30 giugno, solleva notevoli perplessità.
Riguardo alla procedura di “caricamento” e condivisione l’ utilizzo dei dati relativi al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), sia a livello regionale che nazionale.
Lasciano irrisolti numerosi dubbi riguardanti la tutela della salute individuale.
Gli obiettivi del FSE consistono nella raccolta di dati, documentazione digitale, referti e tutti gli eventi clinici di ciascun cittadino (sia prestazioni pubbliche che private), al fine di garantire un monitoraggio e una cura continua indipendentemente dal medico responsabile.
Quali garanzie sono fornite in merito alla protezione dei nostri dati personali più sensibili?
A tale interrogativo non è stato ancora risposto dopo l’approvazione del Decreto Rilancio, che ha introdotto modifiche al Fascicolo Sanitario Elettronico.
Come viene garantita la tracciabilità degli accessi al fascicolo e delle operazioni effettuate.
Il Garante, nel parere reso al Ministero della Salute nell’agosto 2022, specificava che il FSE “non certifica lo stato di salute di un individuo, ma fornisce informazioni sanitarie potenzialmente incomplete utili per il percorso di cura”.
Inoltre, venivano evidenziati i rischi legati agli “accessi abusivi e illeciti; alla perdita e distruzione dei dati; all’utilizzo improprio dei dati”, sottolineando la necessità di interventi di sorveglianza chiari e trasparenti.
Avere un’unica base dati che raccoglie informazioni quasi obsolete ai fini terapeutici ma suscettibili di finire nelle mani sbagliate è una questione da non sottovalutare.
A questo punto siamo esposti tutti a rischi di hackeraggio, e fuga di dati e abusi informatici i dubbi restano e belli pesanti, e nessuno al momento chiarisce.
Caricamento dati clinici sul FSE da leggere bene
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