Giugno 25, 2024

Caricamento dati clinici sul FSE da leggere bene

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La notizia  è che i cittadini italiani hanno ancora cinque giorni a disposizione per opporsi al caricamento dei propri documenti e dati clinici personali.

Relativi alle prestazioni erogate dal nostro Sistema Sanitario Nazionale attraverso il portale legato alla tessera sanitaria (www.sistemats.it).

L’utilizzo  del fascicolo sanitario elettronico è stata decisa nel 2020  e ha introdotto la modalità di silenzio/assenso sulla procedura, a differenza della normativa precedente che richiedeva un consenso esplicito da parte dell'assistito.

 Pertanto, se il cittadino non esercita il suo diritto di opposizione, tutti i dettagli della sua vita sanitaria, sia attuale che precedente al 19 maggio 2020 (data di pubblicazione del decreto), saranno automaticamente caricati. 

Coloro che desiderano evitare la pubblicazione online delle proprie informazioni mediche passate possono accedere al servizio utilizzando lo SPID o altri documenti di identità come la carta d'identità elettronica o la carta nazionale dei servizi, oltre alla tessera sanitaria e al codice STP dell'ASL.
 
Ma a cosa serve realmente il fascicolo sanitario elettronico.

 Si tratta di una struttura pensata per agevolare i cittadini in modo sicuro ed efficiente: la condivisione dei dati permette una migliore prevenzione e cura dei pazienti su tutto il territorio nazionale, garantendo continuità assistenziale e servizi innovativi.

Consultare la propria storia sanitaria personale in formato digitale, insieme a documenti amministrativi come prescrizioni mediche e farmaceutiche, diventa quindi possibile grazie al FSE,  Inoltre, questa piattaforma renderà i dati accessibili a tutti i medici su tutto il territorio nazionale.
 
Tuttavia, è importante porre l'attenzione su un aspetto cruciale che finora non è stato chiarito dalle autorità competenti: 

la protezione dei dati personali e la sicurezza delle informazioni divulgate online.

 Quali garanzie abbiamo che le nostre informazioni non finiscano nelle mani di altre entità con scopi diversi da quelli sanitari.

 Come verranno utilizzati i nostri dati.

È l'Italia veramente pronta ad affrontare "in sicurezza" le informazioni sanitarie dei suoi cittadini? 

La questione della protezione dei dati personali è concreta: dall'inizio della pandemia ad oggi, gli attacchi informatici alle strutture ospedaliere italiane (ASL e ospedali) sono aumentati in modo preoccupante più del 50%. 

I dati sanitari degli italiani rappresentano quindi un bersaglio ambito per gli hacker. 

Oltre alla criminalità informatica, sorgono anche altre perplessità riguardo all'apertura dei silos dati all'interno del sistema.

Quali misure saranno adottate per prevenire e contrastare furti di dati e identità digitali. 

 Perché non è stata organizzata una campagna informativa che spieghi ai cittadini come esercitare i propri diritti, incluso quello di dire "no" alla condivisione dei dati.

 È fondamentale che vengano fornite risposte chiare e trasparenti su come verranno utilizzate le informazioni sanitarie personali e quali saranno i limiti dell'interoperabilità dei dati all'interno del sistema.
 
Infine, a fine 2021, un emendamento alla finanziaria ha introdotto l'interoperabilità dei silos dati. 

Questo significa che i dati acquisiti da un'amministrazione statale, come il settore sanitario, potranno essere utilizzati anche da altre istituzioni, ad esempio  l'Agenzia delle Entrate o i Comuni. 

Non si tratta di promuovere teorie del complotto, ma di sollevare una questione fondamentale sul piano democratico: fino a che punto lo Stato può tracciare le abitudini e le attività digitali dei cittadini?

Meglio leggere e valutare con attenzione, non è una “cosetta” da nulla.

La notizia è che i cittadini italiani hanno ancora cinque giorni a disposizione per opporsi al caricamento dei propri documenti e dati clinici personali.

Relativi alle prestazioni erogate dal nostro Sistema Sanitario Nazionale attraverso il portale legato alla tessera sanitaria (www.sistemats.it).

L’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico è stata deciso nel 2020 e ha introdotto la modalità di silenzio/assenso sulla procedura,

a differenza della normativa precedente che richiedeva un consenso esplicito da parte dell’assistito.

Pertanto, se il cittadino non esercita il suo diritto di opposizione,

tutti i dettagli della sua vita sanitaria, sia attuale che precedente al 19 maggio 2020 (data di pubblicazione del decreto), saranno automaticamente caricati.

Coloro che desiderano evitare la pubblicazione online delle proprie informazioni mediche passate possono accedere al servizio utilizzando lo SPID.

O altri documenti di identità come la carta d’identità elettronica o la carta nazionale dei servizi, oltre alla tessera sanitaria e al codice STP dell’ASL.

Ma a cosa serve realmente il fascicolo sanitario elettronico.

Si tratta di agevolare i cittadini in modo sicuro ed efficiente.

La condivisione dei dati permette una migliore prevenzione e cura dei pazienti su tutto il territorio nazionale, garantendo continuità assistenziale e servizi innovativi.

Consultare la propria storia sanitaria personale in formato digitale, insieme a documenti amministrativi come prescrizioni mediche e farmaceutiche.

Diventa quindi possibile grazie al FSE, Inoltre, questa piattaforma renderà i dati accessibili a tutti i medici su tutto il territorio nazionale.

Tuttavia, è importante porre l’attenzione su un aspetto cruciale che finora non è stato chiarito dalle autorità competenti:

la protezione dei dati personali e la sicurezza delle informazioni divulgate online.

Quali garanzie abbiamo che le nostre informazioni non finiscano nelle mani di altre entità con scopi diversi da quelli sanitari.

Come verranno utilizzati i nostri dati.

È l’Italia veramente pronta ad affrontare “in sicurezza” le informazioni sanitarie dei suoi cittadini?

La questione della protezione dei dati personali è concreta:

dall’inizio della pandemia ad oggi, gli attacchi informatici alle strutture ospedaliere italiane (ASL e ospedali) sono aumentati in modo preoccupante più del 50%.

I dati sanitari degli italiani rappresentano quindi un bersaglio ambito per gli hacker.

Oltre alla criminalità informatica, sorgono anche altre perplessità riguardo all’apertura dei silos dati all’interno del sistema.

Quali misure saranno adottate per prevenire e contrastare furti di dati e identità digitali.

Perché non è stata organizzata una campagna informativa.

Per dare chiare spiegazioni ai cittadini come esercitare i propri diritti, incluso quello di dire “no” alla condivisione dei dati.

È fondamentale che vengano fornite risposte chiare e trasparenti.

E su come verranno utilizzate le informazioni sanitarie personali e quali saranno i limiti dell’interoperabilità dei dati all’interno del sistema.

Infine, a fine 2021, un emendamento alla finanziaria ha introdotto l’interoperabilità dei silos dati.

Questo significa che i dati acquisiti da un’amministrazione statale, come il settore sanitario,

potranno essere utilizzati anche da altre istituzioni, ad esempio l’Agenzia delle Entrate o i Comuni.

Non si tratta di promuovere teorie del complotto,

ma di sollevare una questione fondamentale sul piano democratico: fino a che punto lo Stato può tracciare le abitudini e le attività digitali dei cittadini?

Preservare la Sanità pubblica lettera aperta degli scienziati

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