Giugno 21, 2024

Melatonina e degenerazione maculare, lo studio le ultime novità

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Melatonina e degenerazione maculare, lo studio le ultime novità

La melatonina è comunemente conosciuta come un farmaco da banco utilizzato per trattare l’insonnia e il jet lag.

Questo ormone con effetti antiossidanti potrebbe avere un ruolo ancora più significativo: aiutare a prevenire la degenerazione maculare senile,

il disturbo visivo più comune nell’anzianità. Tale ipotesi è stata avanzata da uno studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic in Ohio.

La degenerazione maculare senile, legata all’avanzare dell’età, è una patologia progressiva che colpisce la zona centrale della retina chiamata macula.

I sintomi comprendono una graduale perdita della vista che può portare a una completa e irreversibile cecità. Nei paesi industrializzati, rappresenta la principale causa di ipovisione e cecità a partire dai 50 anni di età.

Le cause sono molteplici e includono predisposizione genetica, abitudini dannose come fumo di sigaretta,

e consumo di alcolici, nonché la presenza di altre patologie croniche come ipertensione, obesità e diabete.

Si ritiene che l’assunzione e l’integrazione di sostanze antiossidanti possano contribuire a ridurre la progressione della malattia.

E prevenirne l’insorgenza poiché i radicali liberi sembrano svolgere un ruolo importante nella sua formazione.

Esistono diverse terapie chirurgiche e non chirurgiche che possono rallentare la progressione della degenerazione maculare,

e dei suoi sintomi, tuttavia ad oggi non esiste una cura definitiva.

La nuova ricerca è stata condotta utilizzando un database contenente dati sanitari di oltre 230.000 cittadini americani, alcuni dei quali affetti da degenerazione maculare senile in fase iniziale e altri senza problemi visivi.

I ricercatori hanno quindi analizzato quanti di questi pazienti avevano ricevuto la prescrizione di melatonina e successivamente hanno verificato quanti di loro avevano sviluppato o peggiorato la degenerazione maculare senile durante il periodo dello studio.

Incrociando i risultati con quelli dei pazienti che non avevano assunto melatonina,

è emerso che questo ormone potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la degenerazione maculare,

a partire dai 50 anni di età o di vedere una progressione verso stadi più avanzati della malattia, riducendo tale rischio di oltre il 50%.

Ricerche precedenti condotte in laboratorio hanno evidenziato che questo ormone promuove la salute dell’epitelio pigmentato retinico, uno dei tessuti compromessi dalla degenerazione maculare senile.

Considerando anche il noto effetto antinfiammatorio della melatonina, è piuttosto plausibile che possa essere benefica nella lotta contro questa patologia. Pertanto, gli autori dello studio auspicano che i loro risultati possano essere presto confermati da uno studio clinico controllato,

che consentirebbe di valutare il ruolo terapeutico della melatonina nella prevenzione e nel trattamento della degenerazione maculare, nonché di determinare la dose ottimale per tale utilizzo.

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