Maggio 13, 2024

Api a rischio clima e pesticidi l’apicoltura in allarme

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Api a rischio clima e pesticidi l'apicoltura in allarme

Il clima sta subendo dei cambiamenti e gli effetti, spesso negativi, si ripercuotono anche sulla vita delle api, elemento fondamentale per l’esistenza dell’uomo.

Freddo intenso, fioriture anticipate, sbalzi di temperatura, gelate notturne e improvvisi aumenti di calore, e i casi in cui i pesticidi vengono utilizzati in modo improprio nei campi.

Pertanto, per il quinto anno consecutivo, il settore apistico si trova ad affrontare già in primavera la scarsità di raccolto.

E le spese impreviste per alimentare gli alveari degli operatori, altrimenti a rischio di perdita. In Veneto dove ci sono 9.000 apicoltori e quasi 100.000 alveari e in Friuli Venezia Giulia cresce l’allarme nella filiera apistica, tanto che è stata presentata una richiesta di aiuto alle Regioni.

“La vera specie da tutelare è quella degli apicoltori”, commenta con una punta di amara ironia il presidente dell’Associazione regionale apicoltori.

C’era stata una bellissima fioritura dell’acacia, ma poi le piogge e il freddo di metà aprile hanno bruciato tutto. Ci sono tantissimi fiori, ma nessun nettare; le api volano senza meta e tornano indietro senza aver raccolto nulla”.

Di fronte a questa situazione, l’Associazione ha chiesto l’intervento delle istituzioni.

e comunicato lo stato di emergenza per salvare le api e sostenere le numerose aziende che dipendono da questa attività.

Le stagioni di cambiamenti climatici ed eventi estremi hanno lasciato il segno.

Oltre alla crisi economica e all’aumento dei prezzi che hanno colpito sia le aziende apistiche che altri settori zootecnici e produttivi.

C’è la concorrenza dei mieli importati spesso contraffatti. Le aziende si trovano in una situazione di grave difficoltà e c’è il rischio che molte di esse non sopravvivano nei prossimi anni,

privando così il territorio di un elemento fondamentale per l’impollinazione e contribuendo all’aumento della disoccupazione”.

Con il Cnr di Firenze”, è nato un progetto innovativo che prevede lo sviluppo di piantagioni di acacia in grado di fiorire un mese dopo le altre, quando le temperature sono più adatte.

Faremo la stessa cosa con il tiglio di Henry, che fiorisce in ritardo rispetto alla varietà normale, così da permettere alle api di nutrirsi anche nel periodo in cui non trovano altre fonti alimentari, da agosto a ottobre.

Dobbiamo adattarci alla logica dei cambiamenti climatici; gli ultimi 5 anni sono stati sempre diversi. Piantando specie con periodi di fioritura diversificati possiamo contribuire a sostenere le api e l’intero settore.”

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