Marzo 22, 2024

Il mangiaboschi

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E’ già visibile da parecchio tempo “Il mangiaboschi”
Un tipo di coleottero, noto come bostrico, sta causando devastazione su vasta scala agli alberi nelle Alpi orientali. Questo fenomeno è favorito dai cambiamenti climatici. Tuttavia, esiste una soluzione per contrastarlo: ridurre le emissioni di CO2 e puntare su altre specie vegetali.

Chiunque decida di trascorrere le proprie vacanze nelle Alpi orientali, comprese le Dolomiti, non potrà fare a meno di notare un’inquietante scena. Il tappeto verde dei boschi che copre le montagne sarà interrotto da vaste aree di abeti morti.

La causa di questa distruzione va attribuita inizialmente al “bostrico tipografo”, un coleottero così chiamato per i peculiari “disegni” formati dalle gallerie che scava sotto la corteccia degli abeti. Tuttavia, una risposta più approfondita evidenzierà il ruolo dell’uomo nel rompere l’equilibrio naturale dei boschi, in cui il bostrico rappresenta solo uno degli attori coinvolti. Lo scorso autunno, i danni causati dal bostrico hanno raggiunto livelli paragonabili a quelli provocati dalla tempesta Vaia (16,5 milioni di metri cubi su circa 3 mila ettari), distribuiti in modo diverso nelle Alpi orientali. Complessivamente, il 16% della massa di abete rosso risulta essere colpito da epidemie. Questo è accaduto anche con la tempesta Vaia, che ha abbattuto 14 milioni di alberi (principalmente abeti rossi) in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Un abete sano è in grado di respingere fino a mille coleotteri per metro quadrato di corteccia nel corso dell’anno.

La diffusione di questo insetto è attualmente molto elevata e l’entità dell’attacco dipenderà dalle condizioni climatiche, soprattutto dalle temperature invernali. Con queste dimensioni del fenomeno, i danni continueranno fino al 2024 e al 2025, ma successivamente si assisterà a una fase discendente. Naturalmente, il recupero sarà più rapido se riusciremo ad attuare efficaci politiche di contenimento.

Contro il bostrico non esistono molte contromisure da adottare. Possiamo solamente contribuire a riportare i boschi in un nuovo equilibrio. Nel frattempo, sono state predisposte centinaia di trappole sia in Trentino-Alto Adige sia nel Veneto. Queste non servono a combattere direttamente l’insetto, bensì a monitorare la situazione e individuare le aree dove è necessario intervenire. La natura stessa offre già un antagonista naturale del bostrico: il cleride formicario, un coleottero che ne fa preda

.https://pericoli-naturali.provincia.bz.it/it/bostrico

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