Novembre 23, 2024

L’ascolto degli altri trascurato e in secondo piano

()
L'ascolto degli altri trascurato è in secondo piano

L’ascolto degli altri trascurato è in secondo piano. È necessario correre, non perdere tempo. E se fosse il contrario.

La frenesia ormai pervade le nostre esistenze in misura crescente. L’ascolto degli altri trascurato e in secondo piano

Qualsiasi celebrazione della tranquillità appare del tutto superflua.

Se qualcuno intende rallentare il ritmo incalzante che caratterizza le giornate di ciascuno di noi, non solo tendiamo a ignorarlo, ma siamo frequentemente inclini a penalizzarlo, considerandolo un soggetto negativo.

È imperativo correre e non sprecare tempo, come se la vita di ciascuno fosse una sorta di competizione: per vincere è fondamentale non dissipare tempo.

Ormai si tratta di una riflessione quasi scontata, un fenomeno poco contestabile che coinvolge sempre più anche gli adolescenti, i quali un tempo tendevano alla pigrizia.

Oggi invece tutti corrono e l’obiettivo è chiaramente quello di “riempire” la propria giornata.

La velocità con cui interagiamo con i tasti del computer rappresenta questa urgenza, spesso quasi nevrotica;

Questo bisogno che somiglia a una necessità e che ormai regola sia la vita privata sia quella pubblica,

influenzando il mondo dell’educazione scolastica e persino quello familiare, penalizzando perfino la necessità di riposare e dormire.

Un esempio evidente e diffuso, tanto nelle pratiche quotidiane quanto nei modi prevalenti delle comunicazioni mediatiche e digitali, è rappresentato dalla subordinazione e minorizzazione dell’ascolto.

Non avere tempo da perdere equivale a non essere disposti ad ascoltare gli altri.

Se qualcosa rimane dell’ascolto, si tratta di una porzione estremamente ridotta: concediamo all’altro solo pochi secondi per esprimere ciò che pensa e desidera;

Nel corso di quei secondi riassumiamo in modo superficiale quanto ci viene comunicato.

Attendiamo soltanto che abbia concluso il suo intervento, come se ci avesse sottratto del tempo prezioso, per riprendere la parola in maniera individualistica.

La necessità di non sprecare tempo rischia di ridurre le nostre comunicazioni a una sorta di dialogo tra sordi.

I dibattiti televisivi concretizzano quotidianamente questa esigenza di non comunicare veramente ma solamente di recitare una farsa che simula un effettivo dialogo, il quale sta progressivamente svanendo.

Un ulteriore esempio è l’estinzione della pazienza. Qui si potrebbe giocare sul rapporto possibile tra la parola pazienza e le condizioni del paziente in ambito medico;

E’ forse sufficiente osservare quanto l’“impazienza” domini ormai le giornate di ciascuno di noi.

L’impazienza è strettamente correlata all’ascolto: non ascoltiamo (o ascoltiamo poco e male) perché siamo impazienti di esprimere il nostro pensiero, desiderosi che la nostra voce venga udita.

A chi? In definitiva, solo a noi stessi.

https://www.dariosilvestri.com/non-ascoltare-gli-altri

Il valore del silenzio la comunicazione in Finlandia

Click on a star to rate it!

We are sorry that this post was not useful for you!

Let us improve this post!

Tell us how we can improve this post?