Carni lavorate il rischio di diabete.
Meglio non esagerare con le carni rosse, vedo un fiorire di “Bracerie” e ristoranti simili sempre pieni,
senza contare le importazioni di carne particolare dall’Irlanda, Romania ecc. è sempre una questione di libera scelta ed è giusto cosi, buon appetito.
Un nuovo studio rivela la scoperta secondo cui il consumo di carni lavorate e carni rosse può incrementare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Il diabete di tipo 2 si manifesta quando l’organismo non riesce a produrre una quantità sufficiente di insulina o non la utilizza in modo appropriato.
Attualmente, oltre 38 milioni di persone, corrispondenti a circa 1 su 10, sono affette da questa patologia, rendendola l’ottava causa di morte a livello globale.
Ricerche precedenti hanno evidenziato che un’assunzione superiore a una porzione quotidiana di carne rossa potrebbe comportare un aumento del rischio del 62% per il diabete di tipo 2;
una recente indagine conferma ulteriormente il nesso tra il consumo di carne rossa e questa forma di diabete.
I professori dell’Università di Cambridge hanno analizzato i dati provenienti da 1,90 milioni di individui coinvolti in 31 studi condotti in 25 paesi.
Gli studiosi hanno preso in considerazione variabili quali età, sesso, abitudini salutari, apporto calorico e massa corporea dei partecipanti.
Hanno stabilito che un consumo abituale di 50 grammi di carne lavorata al giorno equivalente a due fette di prosciutto,
è associato a un incremento del rischio del 15% di sviluppare diabete di tipo 2 nel corso del prossimo decennio.
La ricerca rappresenta la prova più esaustiva fino ad oggi riguardo all’associazione tra il consumo di carne lavorata e carne rossa non trasformata e un elevato rischio futuro per il diabete di tipo 2”.
I ricercatori di Cambridge avanzano diverse possibili spiegazioni per il presunto collegamento tra il consumo carnivoro e l’aumento del rischio per il diabete tipo 2,
incluso il fatto che la carne costituisce una fonte significativa di proteine animali e ferro.
Inoltre, uno studio recente condotto dall’Università di Harvard ha dimostrato come un maggior apporto di ferro presente nella carne rossa, possa accrescere tale rischio.
Dimostrato che il ferro eme provoca infiammazioni e potenziali danni al DNA.
Alcune ricerche suggeriscono inoltre che potrebbe aumentare la probabilità d’insorgenza del cancro al colon-retto, al pancreas e ai polmoni.
Come per altre indagini dietetiche, le limitazioni dello studio includono la possibilità che i partecipanti non abbiano riportato con precisione ciò che hanno consumato e che i ricercatori non siano stati in grado d’adattarsi ad altre variabili influenti.
Mangiare troppa carne e le malattie del corpo
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