Il latte che beviamo ogni mattina a colazione: Decisamente vista la produzione intensiva, e la provenienza non sempre controllata adeguatamente, meglio leggere il post e farsi quattro domande.
Il latte vaccino è prodotto dalle mucche per nutrire i propri vitelli, analogamente a quanto avviene con il latte umano, destinato a nutrire i bambini.
Nessun animale continua a consumarlo, nemmeno della propria specie, dopo il periodo dello svezzamento;
tuttavia, l’essere umano non solo persiste nel bere latte per tutta la vita, ma lo fa principalmente optando per quello di mucca, ovvero di un’altra specie.
Per quale motivo consideriamo naturale il consumo di latte vaccino e non giudichiamo altrettanto naturale quello di gatto, cane o balena.
Questa specifica e peculiare abitudine umana comporta una serie di conseguenze spiacevoli.
Come qualsiasi mammifero, affinché le mucche possano produrlo devono essere gravide.
Pertanto, vengono inseminate artificialmente ripetutamente nel corso della loro esistenza.
Per evitare che i vitelli accedano al prezioso latte materno, vengono prontamente separati dalle madri poco dopo la nascita.
Quando le madri si trovano in uno stato di esaurimento e sofferenza,
e spesso con problemi di fertilità condizione che riguarda la maggior parte di esse intorno ai sei anni di vita vengono destinate al macello.
Il latte vaccino è correlato a una serie di problematiche sanitarie, che spaziano dai disturbi cutanei alle fratture ossee.
Inoltre, può contenere residui di pesticidi, medicinali veterinari e metalli pesanti;
vi è anche il rischio di contaminazione da aflatossine composti prodotti da muffe noti per le loro potenziali proprietà cancerogene,
rendendo necessario il processo di pastorizzazione per garantirne la sicurezza al consumo.
Poiché nelle mucche sfruttate per la produzione del latte le infezioni mammarie mastiti, sono endemiche, il loro sistema immunitario produce globuli bianchi noti come ‘neutrofili’, componenti principali del pus,
i quali possono finire direttamente nel latte consumato dagli esseri umani.
Poiché questo fenomeno è inevitabile, gli Stati hanno stabilito limiti massimi riguardo alla quantità consentita di neutrofili presenti nel latte.
Il latte vegetale rappresenta senza dubbio l’opzione più salutare.
Non contiene ormoni derivanti dalle mucche né pus o colesterolo;
offre invece una ricca varietà di nutrienti vegetali.
Vi sono molteplici tipologie tra cui scegliere in base ai gusti personali e dal punto di vista ambientale, tutti i latti vegetali risultano significativamente superiori rispetto ai latticini tradizionali.
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