Ottobre 6, 2024

Incubi notturni vita da svegli

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Incubi notturni vita da svegli

I neuroscienziati della Società di Neuroscienze Cognitive, durante un Convegno hanno presentato lo studio degli incubi notturni post-traumatici.

I ricercatori rivelano che la loro funzione è finalizzata a una maggiore cognizione risolutiva dell’esperienza traumatica, influenzando in modo costruttivo la vita da svegli.

Durante il sonno, mentre il corpo riposa, il cervello rimane attivo rigenerando le connessioni tra le cellule cerebrali.

Nella seconda parte del sonno, nell’emisfero destro sede delle emozioni i neuroni generano scariche di impulsi nervosi.

Nell’ambito del circuito autonomo REM, l’attivazione delle cellule produce immagini e sensazioni intense, visualizzate con l’elettroencefalogramma sotto forma di onde.

Tra le cause più comuni che scatenano gli incubi, la ricerca scientifica evidenzia quelle associate a stress e eventi post-traumatici.

Gli incubi derivanti dallo stress quotidiano sono correlati alle preoccupazioni lavorative, alle difficoltà economiche e alla paura dell’abbandono.

Queste tensioni accumulate nella vita diurna e non risolte per insufficienza di risorse si manifestano durante la notte.

Una volta risolto il problema che affligge l’individuo, gli incubi non si ripresentano più.

Spesso queste paure che minacciano l’identità e le certezze dell’uomo affondano le radici nella sua preistoria emozionale, nel cosiddetto inconscio collettivo.

La seconda categoria di incubi è associata a eventi post-traumatici individuali che rimangono impressi in modo indelebile;

questi eventi, inibiti e relegati nell’inconscio che li controlla durante il giorno, vengono processati cerebralmente durante la notte.

Incubi legati a esperienze traumatiche rappresentano una prova del fatto che l’esperienza dolorosa continua a vivere ed esercitare un impatto.

Gli incubi della fase REM sono ricordati con maggiore vividezza nei dettagli, consentendoci di accedere a aspetti della nostra psiche altrimenti inaccessibili.

Gli studiosi presenti al Convegno sostengono che se al risveglio da un incubo ci sentiamo agitati ciò è positivo.

Il nostro cervello sta operando per migliorare il nostro benessere cercando una via d’uscita o un piano B per liberarci da qualcosa che ci intrappola nel passato influenzando la nostra vita quotidiana.

L’individuo bloccato non vive pienamente nel presente.

Durante la notte, attraverso l’incubo, il cervello umano ri-esperimenta in tempo reale un ricordo traumatico non perché desideroso di riviverlo ma al fine di disincagliarlo dal passato per liberarsene.

L’incubo offre all’individuo uno spazio mentale per il problem solving affinando la sua capacità di affrontare il trauma e sviluppare strategie alternative.

Aiuta l’individuo ad emanciparsi dall’episodio invalidante che lo blocca nel passato permettendogli così di tornare ad interagire con l’ambiente circostante e affrontare le sfide quotidiane.

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