Ottobre 6, 2024

Cibo buone pratiche, consigli anti spreco

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Cibo nella pattumiera le buone pratiche, consigli antispreco

Nella pattumiera ogni anno finiscono 120 chili di cibo per famiglia, con un costo annuale di 300 euro.

Nell’area sensibile e attenta allo spreco del 60%, troviamo i Virtuosi 20% che sprecano settimanalmente la metà della media nazionale,

gli Attenti 28% gli spreconi 12% e gli incuranti che gettano cibo senza pensarci troppo.

Per quanto riguarda gli strumenti antispreco, buona parte delle persone ritiene che la “Family bag”, un contenitore per portare a casa il cibo non consumato al ristorante, sia valida,

Qualcuno teme che i ristoratori non accettino questa pratica e auspica una diffusione di tale soluzione con un design elegante per superare l’imbarazzo nel portarsi via gli avanzi.

La maggior parte degli italiani considera lo spreco come un “problema” e la Family bag, promossa inizialmente in Veneto e poi in tutta Italia.

Per contrastare lo spreco alimentare, di cibo gettato ogni anno nella pattumiera,

l’Enea ha stilato un decalogo di consigli e buone pratiche che vanno dal momento della spesa al frigorifero.

Il primo passo consiste nel valutare attentamente la quantità di cibo,

effettivamente consumabile durante un pasto medio, aiutandosi con una lista della spesa e controllando le date di scadenza degli alimenti.

È importante prestare attenzione all’etichetta degli alimenti se riporta informazioni su tecnologie o ingredienti che contribuiscono a ridurre lo spreco alimentare.

Alcuni prodotti come biscotti, grissini e fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti attraverso processi sostenibili che ne prevengono il deterioramento in modo naturale.

Nella scelta degli alimenti, è consigliabile privilegiare quelli che riportano indicazioni su come smaltire la confezione, al fine di ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati.

Gli esperti suggeriscono anche di preferire i prodotti biologici, poiché l’agricoltura biologica riduce i consumi energetici dell’agricoltura e dell’industria alimentare di almeno il 25%.

Una volta a casa, è importante prestare attenzione alla preparazione dei cibi adottando alcune precauzioni per migliorarne la conservazione,

come ad esempio condire l’insalata e le altre verdure solo al momento del consumo.

Se i cibi presenti nella dispensa non possono essere consumati, possono comunque essere donati alle organizzazioni benefiche che raccolgono cibo “buono” in eccedenza per redistribuirlo a chi ne ha bisogno.

Infine, per quanto riguarda il cibo avanzato, l’ultima destinazione dovrebbe essere il compostaggio, in modo da trasformarlo in ottimo compost.

Il cibo Slow Food buono nel rispetto ambientale

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