Benessere lavorativo salute mentale stress. Se ne parla da tanto, ma a tante aziende e amministrazioni non interessa per niente, infatti si osserva una crescente carenza di serenità tra le donne e gli uomini che operano all’interno delle imprese italiane.
Un Report del Servizio di supporto psicologico di una società di consulenza per il benessere organizzativo, lancia un’allerta: sul luogo di lavoro, sono spesso presenti condizioni che costituiscono “fattori di rischio” per la salute mentale.
In una ricerca le persone che si sono rivolte agli psicologi e lavoratori ha segnalato momenti di stress eccessivo, il 55% ha lamentato un malessere legato all’ansia e il 25% ha manifestato uno stato depressivo.
Quando parliamo di fattori di rischio, in riferiemento a fenomeni che attualmente non superano ancora i livelli critici ma potrebbero svilupparsi in futuri disturbi mentali più gravi, causando sofferenza sia a livello individuale che organizzativo.
La maggior parte dei professionisti appartenenti a imprese medio grandi si è rivolta agli psicologi per motivi personali, familiari o relazionali e per questioni legate al lavoro.
Nel caso dei disagi derivanti dall’ambiente lavorativo, il 50 % ha avuto problemi relazionali, e ha sperimentato un senso di malessere, e qualcuno ha affrontato momenti di crisi in seguito a cambiamenti.
Le tendenze descritte sono confermate dai primi dati disponibili.
Tra le questioni aperte negli ambienti professionali, vengono segnalati problemi di comunicazione interna, difficoltà nella conciliazione tra vita privata e lavoro e la gestione di cambiamenti organizzativi come nuove nomine o modifiche nel management. Questi fenomeni possono rappresentare costi nascosti reali: le persone hanno bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti e non rispettare tale necessità potrebbe rallentare l’operato delle aziende.
È noto che il benessere psicologico influisce sulla produttività e
solitamente l’azienda non presta sufficiente attenzione al benessere psicofisico dei propri dipendenti.
Di fronte a fenomeni come le “grandi dimissioni” o la difficoltà che alcune imprese incontrano nel trattenere professionisti qualificati,
è importante sapere che, soprattutto per le giovani generazioni, un ambiente di lavoro positivo non solo in termini di retribuzione è diventato uno dei criteri più importanti, e con una maggiore attenzione da parte dei dipendenti alla durata dell’orario di lavoro.
Il benessere e la produttività in ufficio, non riguarda solamente l’aspetto emotivo.
Molte preoccupazioni dei lavoratori sono legate ai figli, alle persone care che si ammalano o all’assistenza agli anziani genitori: pertanto, è necessario investire in un welfare aziendale che compensi le carenze dei servizi sociali, attraverso una prospettiva di benessere integrato.
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