Attività fisica camminare, ma non solo.
Le buone abitudini di vita apportano vantaggi primariamente a noi stessi e comportano anche numerosi benefici collaterali.
Se stiamo bene, anche le nostre famiglie ne traggono giovamento; si tratta di un gesto di generosità verso i nostri cari.
Inoltre, ciò rappresenta un supporto all’economia e al Servizio Sanitario Nazionale, sovraccarico di lavoro che potrebbe essere evitato se tutti adottassero stili di vita sani.
Il mercato, desidera crescere costantemente, e guadagnare aumentando la quantità di farmaci e riducendo i livelli di normalità.
Se consideriamo il colesterolo normale a 240, tratterò coloro che lo hanno oltre tale soglia.
Se invece la normalità è fissata a 220, tratterò un numero maggiore di persone.
E se stabiliamo addirittura che il colesterolo deve essere mantenuto il più basso possibile, nessuno potrà sottrarsi a un trattamento con statine.
Questo principio si applica ad altri ambiti come l’ipertensione e la glicemia.
Promuovere buone abitudini alimentari contrasta questo fenomeno commerciale.
La dieta deve essere varia e moderata.
Varia significa includere una gamma diversificata di alimenti per assicurarsi l’apporto necessario di micronutrienti e macronutrienti.
Inoltre, oggi più che mai, poiché gli alimenti sono frequentemente contaminati, consumare una varietà di cibi aiuta ad evitare l’accumulo di specifiche sostanze inquinanti.
Questa varietà deve sempre essere accompagnata dalla moderazione.
Come saggiamente affermavano i nostri antenati: è consigliabile alzarsi da tavola con un leggero senso di fame.
Le ricerche hanno dimostrato che una riduzione del 30% nell’assunzione calorica può tradursi in un incremento della longevità del 20%.
Inoltre alcune ricerche hanno evidenziato che non vi è differenza significativa tra chi consuma liberamente il cibo e chi aspetta 10-12 ore tra un pasto e l’altro.
Ciò che conta è mangiare poco; anche se lo facciamo cinque volte al giorno, l’importante è considerare il totale delle calorie assunte.
Non è mai troppo tardi; anche all’età di ottant’anni si può iniziare a camminare.
È sempre preferibile rispetto alla sedentarietà.
Questo rappresenta un ulteriore aspetto da considerare: noi suggeriamo che l’attività fisica adeguata sia compresa tra i 150 e i 300 minuti settimanali;
qualsiasi attività svolta oltre tale soglia non porta significativi benefici aggiuntivi.
Molte malattie croniche derivano da stili di vita poco salutari.
Attualmente contiamo circa quattro milioni e mezzo di diabetici, i quali affrontano problemi visivi, cardiovascolari e renali prevenibili;
così come sarebbe possibile prevenire il 40% dei tumori; tuttavia ogni anno in Italia perdono la vita circa 180 mila persone».
L’attività fisica migliora la circolazione sanguigna anche a livello cerebrale ed incoraggia la socializzazione; essa può essere vista come una forma collettiva d’esercizio fisico.
Il nostro Paese risulta indietro rispetto ad altri paesi europei; questo dato emerge chiaramente considerando il numero significativo di giovani ed adulti in sovrappeso o obesi».
Mancano piscine, palestre e luoghi idonei per camminare; spetta alle amministrazioni locali garantire condizioni favorevoli affinché tutti possano praticare buone abitudini alimentari».
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