Ci proviamo tutti a Gugoolare, ma forse è meglio fare attenzione.
Curarsi tramite Internet è diventata un’abitudine diffusa tra la popolazione online.
Attraverso una serie di clic, si accedono e si danno per scontate tutte le informazioni necessarie riguardanti una malattia: diagnosi, cause, cure e terapie.
Si tratta di un pacchetto completo, una sorta di visita virtuale che supera completamente il ruolo del medico reale.
L’80% degli italiani, quando non si sente bene, ricerca su Internet per capire a quale malattia sono associati i sintomi che avverte.
E spesso, ancora peggio, passa direttamente dalla presunta diagnosi alla terapia fai-da-te.
Già eravamo un popolo ipocondriaco riguardo allo spreco di salute e denaro per curarci quando non serve, con la mania di accumulare medicinali come se avessimo tutti i mali del mondo;
ora siamo diventati anche un popolo che tende sempre di più a affidarsi alle diagnosi e alle terapie dei dottori Google e Yahoo.
Per completare questa inversione di rotta, stiamo giocando con il fuoco della salute primaria, cioè la nostra stessa salute.
L’automedicazione, che non ha nulla a che fare con i rimedi naturali autonomi e responsabili da applicare per migliorare la nostra salute attraverso uno stile di vita sano, è semplicemente una stupida paranoia.
L’ascesa del Dottor Google è ormai un fatto consolidato e i medici devono confrontarsi con un nuovo interlocutore.
Infatti, quando il paziente si rivolge al medico, ha già consultato Internet e ha già esaminato le possibili cure.
Pertanto, l’approccio nei confronti del medico non è più quello tradizionale di una persona che si fida completamente del proprio curante.
Il paziente porta con sé la sua diagnosi e arriva con le proprie soluzioni, desideroso di confrontarle con quelle del medico, spesso alimentate dall’ansia accumulata grazie all’utilizzo smodato di Internet come strumento di cura. Sta emergendo una nuova patologia: la cybercondria.
Passo dopo passo, specialmente tra le nuove generazioni di ragazzi multitasking, c’è il rischio di diffondere l’erronea convinzione che possiamo fare a meno del medico e affidarci solo al suo collega virtuale, quindi finto.
Non siamo molto distanti da questo traguardo in termini di autentiche fake news e informazioni errate diffuse su larga scala. È importante sottolineare che questa mentalità sgangherata deve essere corretta e che il ruolo del medico rimane insostituibile nella cura della nostra salute.
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