Settembre 12, 2024

Le pale eoliche attirano i turisti espropriati i terreni

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Agricoltori Le pale eoliche attirano i turisti espropriati i terreni

“Agricoltori ” Si procede all’esproprio dei terreni con il pretesto che i parchi eolici attraggono turisti.

Le testimonianze di agricoltori che rischiano di perdere tutto per fare spazio alle energie rinnovabili si moltiplicano dal Nord al Sud del paese.

Gli agricoltori affermano che tali progetti possono eludere le restrizioni che proteggono le aree protette e i centri abitati.

E’ possibile che, l’Italia diventi meta di turisti desiderosi di ammirare gli impianti eolici offshore e i pannelli fotovoltaici

che copriranno migliaia di ettari, inclusi quelli attualmente coltivati con varietà a tutela nazionale o in prossimità di siti archeologici e parchi naturali.

La giustificazione è esplicitata in alcuni progetti volti ad installare centinaia di turbine eoliche,

ricoprire terreni agricoli con pannelli solari o erigere grandi centrali energetiche come hub per l’energia alternativa destinata chissà dove,

magari anche all’estero. Benvenuti nella meravigliosa Italia verde.

Un produttore di riso della regione della Baraggia, nel nord-est del Piemonte,

ha un territorio in cui è stata istituita la prima ed unica Denominazione d’Origine Protetta (DOP) per il riso e che ha importanti riserve naturalistiche.

Attualmente rischia di mettere a repentaglio la sua azienda poiché è prevista l’installazione di una centrale,

per la raccolta dell’energia prodotta da vari impianti fotovoltaici della zona sul suo terreno.

Questa centrale, che occuperebbe uno spazio di 150.000 metri quadrati, non apporterebbe alcun vantaggio in termini di risparmio energetico per il nostro territorio.

Tale stazione raccoglierebbe l’energia prodotta da 32 impianti fotovoltaici, per poi distribuirla al di fuori del nostro territorio.

La potenza della centrale che dovrebbe sorgere sui miei terreni è pari a 2.200 megawatt,

collegata a un’estensione di 3.600 ettari di pannelli solari su un raggio di 10 chilometri. l’impatto sul terreno agricolo sarebbe devastante:

in pochi anni, un’area destinata alla coltivazione di un prezioso riso verrebbe trasformata in terreno arido,

illuminato giorno e notte e sorvegliato da telecamere. La perdita delle caratteristiche faunistiche e floreali del luogo sarebbe inevitabile.

Dietro gli espropri si celano piccole società a responsabilità limitata (srl), ma mi chiedo se sia possibile che non ci sia una visione comune. È evidente che questa visione esiste.

Un altro contadino ha un’azienda agricola che produce vino, olio e grano ed è dotata anche di un agriturismo sul lago di Bolsena.

nei terreni verranno installate pale eoliche alte 150 metri che produrranno un rumore assordante. Corro il rischio di perdere i clienti dell’agriturismo che vengono qui per rilassarsi e godersi la natura in tranquillità”.

Un proprietario di un’azienda agricola a Nuraxi un piccolo villaggio con meno di 600 abitanti,

nel sud della Sardegna, ha 20 ettari di terra con uliveti, vigneti e allevamenti ovini. Rischia di perderne la metà.

È previsto anche un progetto per impianti offshore: più di 400 turbine,

ben visibili davanti a una costa che è un vero gioiello, mentre i cavi attraverseranno la spiaggia sostiene che solo nella zona in cui si estende la sua proprietà circa 1.000 ettari destinati all’agricoltura verranno sottratti.

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