Settembre 12, 2024

Allevamenti intensivi e benessere animale

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Un gruppo di associazioni ambientaliste ha presentato alla Camera dei Deputati una legge per fermare la produzione insostenibile degli allevamenti intensivi. Gli allevamenti intensivi sono sistemi produttivi insostenibili dal punto di vista del benessere animale e della salute umana e ambientale.

Con il consumo di carne attuale, ogni italiano emette il doppio di CO2e di quanto farebbe con la dieta mediterranea nella sua versione originale, con un limitato consumo di carne.

Alcune associazioni ambientaliste hanno presentato una proposta di legge per fermare l’espansione degli allevamenti intensivi e creare sistemi alimentari a favore di animali, consumatori, piccoli agricoltori.

Una proposta di legge per cambiare gli allevamenti intensivi: l’hanno presentata in una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, Greenpeace, Wwf Italia

L’obiettivo della proposta è cambiare il sistema produttivo degli allevamenti intensivi che, come sottolineato dai relatori, danneggia la salute, il benessere degli animali, l’ambiente e le piccole aziende.

Gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause dei cambiamenti climatici in quanto sono responsabili del 16,5 per cento delle emissioni globali di gas serra.

Si tratta di metano principalmente, ma anche ammoniaca: in Italia, in particolare, il sistema zootecnico è attualmente responsabile di oltre due terzi delle emissioni di ammoniaca, la seconda causa di formazione delle polveri sottili (PM2,5), responsabili di migliaia di morti premature ogni anno soprattutto nella pianura Padana dove c’è un’alta concentrazione di allevamenti intensivi.

I liquami provenienti dagli allevamenti contaminano anche acqua e suolo minacciando la biodiversità. Non solo inquinamento: secondo i dati Wwf, gli allevamenti intensivi consumano fino al 10 per cento dell’acqua dolce.

Per quanto riguarda il benessere animale, gli allevamenti intensivi sono uno dei sistemi di produzione alimentare caratterizzati da spazi sovraffollati, con luce artificiale o al buio e senza nessuna possibilità per gli animali di mettere in atto comportamenti naturali. Spesso gli animali vengono maltrattati e non ricevono assistenza sanitaria oppure si abusa dell’utilizzo di antibiotici.

Anche da qui deriva il problema dell’antibiotico resistenza del nostro organismo che l’Oms ha recentemente definito “un’emergenza sanitaria globale”, confermato dalle statistiche che rivelano che in Europa si verificano oltre 10mila decessi l’anno per resistenza agli antibiotici, un terzo dei quali avviene in Italia.

I benefici della riduzione del consumo di carne

Negli ultimi sessant’anni, il consumo di carne mondiale è quasi triplicato passando da 25 a 80 kg all’anno a testa. In Europa, più dell’80 per cento della carne proviene da allevamenti intensivi, in Italia addirittura l’85 per cento dei polli e oltre il 95 per cento dei suini sono allevati intensivamente, e quasi tutte le vacche da latte non hanno accesso al pascolo libero.

Nella pianura Padana c’è la maggiore concentrazione di allevamenti intensivi in Italia.

I consumatori vorrebbero etichette più trasparenti sugli allevamenti intensivi

Da un’indagine svolta da diverse organizzazioni di consumatori in Europa per conoscere l’opinione dei consumatori sul benessere degli animali da allevamento, emerge che il tema è molto importante per il 41 per cento degli italiani e che 3 intervistati su 4 sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo per alimenti prodotti secondo standard di benessere animale più elevati. Inoltre, la maggioranza degli intervistati (88 per cento) vorrebbe trovare su tutti i prodotti di origine animale un’etichetta simile a quella attualmente in uso per le uova che indica il metodo di allevamento

.Spesa ecosostenibile cosa mettere nella borsa

https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/animal-welfare

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