Lo spreco del cibo in ospedale stiamo parlando di uno spreco assurdo e un danno considerevole:
le spese per colazione, pranzo e cena all’interno delle corsie ospedaliere ammontano a 1,5 miliardi di euro annui.
Sono state condotte indagini sul campo al fine di comprendere il fenomeno.
Due soluzioni sono suggerite per ridurre lo spreco: appalti centralizzati per le forniture a livello regionale.
E la fornitura di cibo di qualità superiore in orari appropriati, evitando ad esempio la cena servita alle sei del pomeriggio.
Esiste uno spreco alimentare che ha un impatto diretto sulle finanze pubbliche.
Quello che si verifica quotidianamente negli ospedali, spesso senza possibilità di intervento.
La percentuale stimata è circa il 45%, ma in molte situazioni la metà degli alimenti presenti nei vassoi per colazione, pranzo e cena dei pazienti viene sistematicamente buttata.
Un’enorme perdita, sia di cibo che di risorse economiche,
considerando che un pasto servito in corsia ha un costo di 20, 25 euro si registrano e mediamente 12 milioni di ricoveri all’anno.
L’indagine sviluppata e più completa, è stata svolta presso vari ospedali, dove per 40 settimane consecutive,
un team composto da medici e nutrizionisti ha monitorato la quantità di pasti “buttati” siamo attorno ai 3 milioni di euro sprecati.
Un ulteriore deterrente significativo contro lo spreco alimentare negli ospedali sarebbe rappresentato dal controllo sulla qualità del cibo e sugli orari di distribuzione dei vassoi contenenti i pasti.
Troppi alimenti distribuiti nelle strutture sanitarie risultano immangiabili; inoltre, in molte strutture viene servita la cena alle sei del pomeriggio,
per soddisfare alcune richieste sindacali riguardanti gli orari dei turni lavorativi del personale.
E tra l’altro quanti italiani consumano la cena alle sei del pomeriggio nelle proprie abitazioni.
Sicuramente una ristretta minoranza; pertanto non appare chiaro perché i pazienti debbano sentirsi affamati e mangiare a orari ai quali non sono abituati, resterà comunque un mistero senza risposta.
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