Agosto 12, 2024

La serrata dei balneari come stanno le cose

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La serrata dei balneari come stanno le cose

Indifferenti alle considerevoli perdite economiche che ne deriverebbero, la corporazione dei balneari italiani ha intrapreso con coraggio la strada della serrata.

Ma qui sono stati i padroncini delle coste a decidere, non i lavoratori degli stabilimenti hanno dissuaso alcune decine di anziani pensionati e madri dal recarsi in spiaggia durante l’ora di punta tra le 7.30 e le 9.30 del mattino.

Gli imprenditori avevano già tentato un’operazione ancora più audace.

Persuadere gli italiani e l’Europa che il perimetro costiero della penisola non fosse, come tutti abbiamo appreso a scuola, di circa 8 mila km, bensì superiori a 11 mila.

Nel tentativo estremo di dimostrare che la risorsa costiera nel nostro Paese non è scarsa, come indicato dai dati e dai politici europei.

Ma abbondantemente disponibile, sempre che vengano incluse le coste rocciose,

i tratti urbanizzati, le aree non balneabili, quelle non accessibili, i mega impianti industriali, le strade costiere asfaltate e le discariche.

Ne sarebbe risultata una concessione attuale solo per il 19% delle spiagge quando i dati reali ammontano al 69%.

Imponendo quindi l’applicazione immediata della direttiva europea per evitare il consumo indiscriminato della risorsa.

Pertanto ricorrono con notevole sprezzo del pericolo alla serrata, ricordando a chi ci governa.

Che avevano riposto fiducia nell’ennesima promessa di proroga o nell’aggiramento delle leggi europee o almeno accettando serenamente l’infrazione e la multa poiché tanto paga Pantalone.

In realtà alcuni esperti segnalano da tempo che non è necessaria alcuna normativa Bolkestein;

Basta la legge italiana a stabilire che nessuna concessione su beni demaniali può essere perpetua.

Contrariamente a quanto invece pretenderebbero, ribadendo di essere lì da sempre e desiderosi di rimanervi indefinitamente.

Gli amministratori locali cercano di placare i padroncini nervosi tentando vie impraticabili.

Il risultato positivo è che finalmente nessuno potrà più pensare di avere per sempre in concessione.

Un bene appartenente a tutti noi e pertanto dovrà andare a bando con regolarità.

E se si è costruito illegittimamente sulla spiaggia secondo il Codice della Navigazione.

Quei beni devono essere abbattuti o tornare nella disponibilità dello Stato.

Dove sono stati banditi bandi pubblici come a Jesolo, i balneari italiani si consorziano vincendoli.

È rilevante notare che al cliente importa poco chi gestisca la spiaggia.

Purché lo faccia adeguatamente seguendo una procedura regolare per il bando ed effettuando il giusto pagamento;

Sembra evidente che non tutti gli imprenditori italiani rispettino gli obblighi fiscali nel nostro Paese.

Il punto centrale in Italia sono state assegnate troppe concessioni private sulle spiagge.

Mentre quelle pregiate sono già tutte occupate arrivando a percentuali impressionanti del 90% nelle Marche o in Liguria.

Pertanto occorre cogliere questa opportunità per ristabilire regole corrette riguardo all’utilizzo dei mari italiani.

Liberando finalmente le spiagge dall’assoggettamento ai diritti generazionali infondati.

Le coste italiane devono dunque ritornare ai legittimi proprietari: tutti noi cittadini.

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