Dipendenza dal cellulare Le persone sembrano essere poco consapevoli della loro distrazione. Il fatto è che si tratta non solo di una diminuzione dell’attenzione, ma i suoi effetti si riflettono anche sull’umore, sulla velocità e sulla postura. Queste conseguenze rappresentano un cocktail letale per l’equilibrio psicofisico. Infatti, questa situazione rende più rischioso spostarsi da un luogo all’altro poiché crea ostacoli che altrimenti non ci sarebbero.
Ad esempio, quando camminiamo e contemporaneamente utilizziamo il telefono, il nostro riflesso si adatta al modo in cui ci muoviamo. Chi utilizza il dispositivo tende a rallentare il passo, compiere passi più brevi – secondo gli studiosi di biomeccanica – e rimanere con i piedi per terra per periodi più lunghi. Ciò provoca ingorghi sui marciapiedi e danneggia il corpo stesso. Infatti, rallentando la camminata – che è un modo molto semplice per fare attività fisica – e creando una sorta di passeggiata virtuale, annulliamo tutti i benefici che questa attività apporta alla nostra salute.
Piegarci verso lo smartphone aumenta anche il carico sul collo e sulla schiena, favorendo una serie di disturbi alle vertebre cervicali. Stranamente, anche l’umore subisce effetti negativi. L’utilizzo del cellulare mentre si è in movimento influisce sul livello di cortisolo, l’ormone dello stress.
Secondo gli esperti, ciò accade perché, essendo attaccati al cellulare, creiamo una sorta di isolamento e dipendenza del cellulare non riusciamo a godere dell’ambiente in cui ci troviamo, come ad esempio un parco.
Sarebbe opportuno distaccarsi dai dispositivi tecnologici in determinati momenti della giornata per apprezzare il tramonto, ad esempio. Come scrisse John Lubbock (1834-1913), scienziato e membro del Parlamento del Regno Unito: “I tramonti sono così belli che sembra quasi di guardare attraverso le porte del paradiso”. Oggi, spesso, nemmeno sappiamo cosa siano i tramonti e per quanto riguarda le porte del paradiso, sono completamente chiuse mentre siamo già all’inferno.
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