La salute degli italiani sta rapidamente evolvendo verso una dimensione digitale:
E’ stato attivato il nuovo fascicolo sanitario elettronico (FSE) su tutto il territorio nazionale.
Questa iniziativa era già prevista nel Decreto del Ministero della Salute datato 7 settembre 2023.
Ma il dibattito riguardante questo innovativo strumento e le sue implicazioni ha ripreso vigore in concomitanza con la scadenza, avvenuta lo scorso 30 giugno, per esercitare l’opzione di opposizione al pregresso.
Il FSE rappresenta uno strumento fondamentale che consente a ciascun cittadino di consultare la propria documentazione sanitaria.
Monitorandola nel tempo e condividendola in tempo reale con i medici di riferimento.
All’interno del fascicolo sanitario elettronico sono archiviati tutti i documenti relativi a visite ed esami effettuati,
lettere di dimissione, accessi al pronto soccorso e vaccinazioni somministrate nel corso degli anni.
Inoltre, il FSE offre una serie di servizi utili tra cui la possibilità di prenotare visite.
E trasmettere ricette mediche ai pazienti direttamente tramite computer o smartphone.
In alcune Regioni, il fascicolo sanitario è operativo già da diversi anni, mentre altre risultano ancora significativamente indietro.
Le Regioni che offrono un numero maggiore di servizi sono l’Emilia-Romagna e la Toscana, seguite da Lazio e Piemonte. In queste aree geografiche, la percentuale di cittadini che utilizza il FSE supera nettamente la media nazionale del 18%,
raggiungendo punte del 40% in Emilia-Romagna e addirittura del 64% nella Provincia di Trento.
Al contrario, Regioni come Abruzzo, Marche e Calabria mostrano una percentuale d’uso compresa tra l’1% e il 2%.
L’implementazione del fascicolo sanitario 2.0 prevede non solo un ampliamento dei servizi disponibili tramite il FSE,
ma anche l’assicurazione che tali servizi siano equamente accessibili in tutte le Regioni.
È prevista un’attivazione uniforme su tutto il territorio nazionale entro il 2026.
Ciò implica la creazione di un punto unico ed esclusivo d’accesso ai servizi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per tutti i cittadini, indipendentemente dalla Regione di appartenenza.
Questo approccio consente anche di garantire un’assistenza sanitaria primaria paritaria per tutti pur rispettando l’autonomia decisionale delle singole Regioni in materia sanitaria, tenendo conto dell’attuale autonomia differenziata.
Il fascicolo sanitario elettronico si configura pertanto come uno strumento che semplifica notevolmente la gestione degli aspetti legati alla salute individuale.
Infatti, permette ai cittadini di avere sempre a portata di mano tutta la propria documentazione sanitaria. Garantisce altresì la possibilità di prenotare visite ed esami, pagare ticket sanitari e scegliere il proprio medico curante comodamente da casa propria.
Grazie al fascicolo sanitario elettronico e previo consenso del paziente, i medici hanno accesso immediato all’intera storia clinica dell’individuo.
Fino allo scorso 30 giugno era possibile manifestare l’intenzione di opporsi al pregresso caricamento sul FSE dei dati sanitari antecedenti al 19 maggio 2020; tuttavia, solo lo 0,5% dei cittadini ha scelto questa opzione.
Sembra quindi evidente che il fascicolo sanitario elettronico sia uno strumento apprezzato dagli italiani nei confronti del quale ripongono fiducia.
Per quanto concerne la sicurezza dei dati inseriti nel fascicolo stesso, sono già state implementate misure rigorose per prevenire violazioni della privacy;
infatti nessuna compagnia assicurativa né associazioni scientifiche o datori di lavoro possono accedere alle informazioni contenute nel FSE.
Tutti i dati utilizzati dai ministeri per pianificare spese sanitarie o valutare la qualità delle cure vengono condivisi esclusivamente in forma anonima.
L’accesso al FSE è riservato soltanto al paziente ed ai professionisti sanitari autorizzati previa sua esplicita approvazione.
Caricamento dati clinici sul FSE tanti i dubbi
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