Luglio 23, 2024

Antibiotici e polli cosa ci danno da mangiare

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Antibiotici e polli cosa ci danno da mangiare

Antibiotici e polli : Negli ultimi dieci anni, la carne di pollo e tacchino è divenuta la principale fonte di proteine,

sulla tavola degli italiani, raggiungendo quasi i 20 kg pro capite all’anno. Nel 2023, sono stati macellati ben 511 milioni di polli.

Affinché una produzione di tale entità possa essere sostenuta,

risulta inevitabile lo sfruttamento intensivo di tali animali: il 99,8% dei polli allevati in Italia viene condotto secondo modalità intensive.

Per la prima volta in Italia è stata documentata l’intera catena di allevamento,

del pollo, grazie al lavoro di un investigatore infiltrato che è stato impiegato per un mese presso una grande azienda nel Piemonte,

proprietaria di diversi allevamenti e fornitore principale dell’Aia, il maggiore produttore di carne avicola nel paese.

Le immagini diffuse in prima serata dal Tg1 hanno raggiunto milioni di spettatori e mostrano le sofferenze subite dai polli dalla loro nascita,

fino al momento del trasporto al macello. Durante le sei settimane di allevamento, i polli vengono stipati in capannoni che possono contenere fino a 30.000 esemplari,

con una densità di 20 animali per metro quadrato e senza mai poter vedere la luce del sole. In questo breve periodo vengono costantemente alimentati con mangimi iperproteici e integratori di calcio sotto forma di sabbia fluviale.

I pulcini devono convivere con malformazioni, problemi respiratori, neurologici, cardiaci e di deambulazione.

La lettiera su cui giacciono non viene mai cambiata,

anche quando è ormai impregnata di ammoniaca proveniente dalle loro deiezioni, provocando dolorose dermatiti e perdita delle penne.

Dopo qualche settimana, il petto dei polli diventa talmente pesante da impedire loro qualsiasi movimento.

Come se ciò non bastasse, gli animali devono affrontare anche abusi e negligenze da parte degli operatori che dimostrano di non essere adeguatamente formati o di non rispettare la normativa sul benessere animale prevista dalla legge.

All’interno di queste strutture, la mortalità raggiunge fino a 20 polli al giorno, ma per garantire la sopravvivenza del maggior numero possibile di animali,

questi allevamenti fanno un uso massiccio e costante di antibiotici. La somministrazione avviene in modo preventivo a tutti gli animali indiscriminatamente, ovvero prima che presentino segni clinici di malattia.

L’utilizzo indiscriminato di antibiotici è tanto allarmante quanto pericoloso poiché contribuisce alla resistenza agli antibiotici, fenomeno definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una minaccia per la salute globale.

Quanto abbiamo documentato rappresenta un vero e proprio abuso nell’uso degli antibiotici, pratica vietata nell’Unione Europea a partire da gennaio 2022 ed è considerata una delle principali cause della resistenza agli antibiotici.

Tale resistenza consiste nella capacità dei batteri di sopravvivere e moltiplicarsi nonostante l’uso di uno o più antibiotici.

Si tratta di un grave problema per la salute umana, poiché rende più difficile il trattamento delle malattie infettive.

Negli allevamenti avicoli, tutti i polli sono identici. La base genetica è estremamente limitata e gli animali presenti negli allevamenti hanno la stessa età e lo stesso sesso.

Di conseguenza, se un agente patogeno vi entra, si trova in una situazione ideale per diffondersi rapidamente.

Il 70% di tutti gli antibiotici utilizzati in Italia non viene impiegato per la cura delle persone, ma viene somministrato negli allevamenti.

Nonostante ciò, molti di noi considerano l’Italia un’eccellenza nel settore alimentare e ci preoccupiamo di consumare prodotti italiani perché riteniamo che siano di qualità superiore rispetto ad altri.

Purtroppo, questa etichetta, così come le denominazioni d’origine protetta (DOP) o indicazione geografica protetta (IGP), non garantisce necessariamente che gli animali non siano stati allevati in strutture con condizioni pessime e che il loro mangime non sia stato contaminato con antibiotici sin dalla nascita.

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