Luglio 15, 2024

In viaggio, un “mutuo” i prezzi dell’Autogrill

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In viaggio un "mutuo" i prezzi dell'Autogrill

Da parecchi anni, in viaggio evito di fermarmi, come tanti all’autogrill, proprio prezzi praticati.

Un vero salasso, ormai la sosta presso un autogrill rappresenta una spesa significativa per l’automobilista, non solo a causa dell’aumento dei prezzi anche quest’anno.

Già la premessa stessa conduce allo spreco: il costo di qualsiasi consumazione è notevolmente superiore rispetto ai bar presenti nelle zone residenziali delle grandi città,

senza che ciò sia giustificato da questioni logistiche come i rifornimenti più complessi in autostrada rispetto alle aree urbane.

È chiarissima la speculazione, vista anche dalle quantità eccessive con cui i prodotti vengono offerti.

I dati raccolti sono piuttosto impressionanti.

Da vedere il percorso del consumatore, quanto costa una breve pausa durante il viaggio.

Un semplice panino presso un autogrill può arrivare a costare tra i 7 e i 9 euro: nei bar e nelle tavole calde questo prezzo non supera i 5 euro.

Per quanto riguarda il caffè, siamo tra 1,30 e 1,70 euro, mentre per il cappuccino si avvicina ai 2 euro:

sembrano differenze di pochi centesimi rispetto ai prezzi dei bar, ma in percentuale corrispondono al 15-30% della spesa totale.

Per non rimanere senza acqua minerale, una speculazione ancora più spiacevole.

Perché tutti i viaggiatori ne hanno bisogno durante il tragitto e non possono certo rifornirsi con l’acqua del rubinetto, spesso non potabile.

Una bottiglietta d’acqua minerale costa circa 4 euro: nei normali supermercati il prezzo è di soli 0,35 centesimi.

Addirittura più significativo di quanto osservato riguardo alla speculazione sull’acqua minerale negli aeroporti.

Infine, gelato e cioccolato: qui la tattica è quella di aumentare le quantità offerte.

Incoraggiando così la spesa impulsiva e lo spreco chi potrebbe mai consumare un chilo di cioccolato durante un viaggio in autostrada.

Il capitolo gelati al chilo vengono venduti tra i 38 e i 50 euro: cifre che nemmeno i gelati artigianali più costosi raggiungono nelle città.

Inoltre, secondo le scoperte effettuate, se l’automobilista acquista un Magnum Algida,

nella confezione da 86 grammi, pagherà 36 euro al chilo; se invece sceglie la confezione più piccola da 68 grammi, dovrà sborsare ben 47 euro al chilo.

Si tratta di un meccanismo che ha un’unica finalità: indurre il consumatore a spendere di più, con acquisti che potrebbero poi finire nel cestino dei rifiuti.

Come nel caso del cioccolato che presso gli autogrill viene pagato non meno di 34 euro al chilo, circa il doppio rispetto al suo costo in un normale supermercato.

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