Luglio 8, 2024

Ansia attacco di panico, iperventilazione, cosa fare

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Ansia attacco di panico, iperventilazione, cosa fare

Obiettivamente, il momento storico che stiamo attraversando non favorisce la situazione attuale.

Tematiche di incertezza, precarietà, crisi globale e ritmi frenetici con cui inevitabilmente ci confrontiamo quotidianamente aumentano, almeno in parte, la probabilità di percepire livelli elevati di ansia.

Parliamo specificamente di quella forma di ansia che compromette la qualità della nostra vita, non a quella intensità che ci predispone ad affrontare le sfide.

Quali sensazioni fisiche si provano quando si percepisce l’ansia.

Senza dubbio, alcune di queste possono includere una sensazione di “fiato corto”, la percezione di “mancanza d’aria” e il bisogno di respirare più profondamente o fare respiri profondi.

Quando sperimentiamo questo stato, l’ansia può crescere fino a trasformarsi in un vero e proprio attacco di panico.

L’aspetto centrale di un attacco di panico, dal punto di vista cognitivo, è valutare negativamente una sensazione fisica, una situazione esterna che stiamo vivendo o un pensiero.

Con valutazione negativa si intende che consideriamo uno dei precedenti elementi come minaccioso.

Il significato della minaccia è strettamente personale: ciò che consideriamo pericoloso o minaccioso per la nostra vita e situazione attuale varia da persona a persona.

Se il significato della minaccia è personale, il modo in cui reagiamo ad essa è comune a tutti: si attiva la modalità primitiva di risposta alla minaccia.

Successivamente, valuto rapidamente il mio stesso modo di reagire. A questo punto, si aprono due possibilità.

La prima è quella in cui riesco a valutare in modo costruttivo la minaccia e le mie qualità personali per affrontarla correttamente.

Per gestire l’ansia attraverso la respirazione, quando percepiamo un elevato livello di ansia, la nostra respirazione tende a concentrarsi nella parte alta del torace.

Coinvolgendo principalmente la parte meno capiente dei polmoni, questa percezione di mancanza d’aria può aumentare e richiedere una frequenza respiratoria più accelerata.

Questo tipo di respirazione è noto come iperventilazione.

Lo squilibrio tra ossigeno e anidride carbonica provoca modificazioni fisiologiche e sintomi che possono spaventare.

In particolare, la riduzione dell’anidride carbonica può causare vertigini, sensazione di confusione e stordimento, sudorazione, mancanza d’aria, tachicardia e secchezza della gola.

Per interrompere questo circolo vizioso, possiamo utilizzare il diaframma: il muscolo situato sotto i polmoni che separa la cavità toracica da quella addominale.

Quando consapevolmente coinvolgiamo questo muscolo durante la respirazione, aumentiamo la capacità polmonare,

grazie alla parte inferiore dei polmoni che può contenere una maggiore quantità d’aria rispetto alla parte superiore.

Possiamo praticare anche il Mindfulness: questa pratica ci permette di avvicinarci alle nostre sensazioni,

fisiche, pensieri ed emozioni in modo da sviluppare consapevolezza della loro transitorietà.

È importante anche adottare un atteggiamento di non giudizio e ridurre l’autocritica rispetto al semplice fatto di sperimentare emozioni e sensazioni spiacevoli, come quelle associate all’ansia.

In alternativa, lo Shiatsu lavora sul respiro e con il respiro. I movimenti dell’operatore sono calmi e lenti, traggono forza dall’armonia della sua respirazione.

Secondo la Medicina Cinese, l’aria è una sostanza nutritiva che, insieme al cibo, contribuisce a generare l’energia individuale e la forza vitale.

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