Giugno 26, 2024

I vantaggi di Google Maps protesi elettronica per orientarci

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I vantaggi di Google Maps protesi elettronica per orientarci

I vantaggi di Google Maps, rappresenta indubbiamente un notevole aiuto per tutti, per quelli che lavorano e devono spostarsi frequentemente, e in fretta. Può capitare che, durante una ricerca, ci si ritrovi nel giardino di qualcuno, anziché davanti al ristorante desiderato, ma alla fine si porta via qualcosa.

Maps viene ormai utilizzato come una protesi elettronica per orientarci ovunque, facendoci dimenticare ciò che perdiamo nel processo.

Ad esempio, il piacere di perdersi e poi ritrovarsi, un’importante forma di allenamento per la memoria e la possibilità di creare nuove relazioni.

Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’uso compulsivo di Google Maps, nonostante i suoi innegabili vantaggi, rappresenta uno spreco in quanto ci priva di un esercizio utile per la memoria.

Inoltre, mentre cercavamo una strada o una piazza, spesso capitava anche, magari in un bar, di fare nuove conoscenze.

Tuttavia, forse la privazione più grave riguarda proprio la possibilità, con i suoi risvolti anche positivi, di sbagliare strada e ritrovarsi altrove.

Google Maps si presenta con toni soffici come fa sempre il signore del web e viene descritto come “un servizio Internet che consente la ricerca e visualizzazione di carte geografiche”.

Ma è molto più di questo. È una sorta di protesi che ci accompagna durante i nostri viaggi quando abbiamo un appuntamento o dobbiamo raggiungere una strada che non conosciamo a memoria.

Ma quanto è comodo… tutto è diventato più semplice, facile e veloce! Tutto è alla portata dello smartphone.

La tecnologia, tra i suoi obiettivi, non prevede mai, per nessun motivo, la possibilità di lasciarsi andare al fluire del tempo.

I vantaggi di Google Maps tanti, è che questo servizio è una vera e propria appropriazione indebita. Abbiamo perso il piacere di perderci.

Il fascino dell’essersi smarriti, uno dei tanti aspetti cancellati da Internet, è legato a diversi fattori.

C’è il mistero dell’abbandono, della liberazione da vincoli, percorsi e obiettivi.

Ma c’è anche il desiderio di ritrovarsi e riprendere la strada smarrita.

Due persone innamorate si perdono reciprocamente. Il viaggiatore si perde nel suo desiderio di esplorare. Per vivere appieno la bellezza con la massima intensità dei nostri sensi, abbiamo bisogno di sentirci persi e smarriti davanti all’emozione e allo stupore.

Perdersi significa acquisire conoscenza: sia esterna che interna.

Prima dell’avvento di Google Maps, quando cercavamo una strada dovevamo fermarci, scendere dalla macchina e chiedere informazioni ad un incrocio.

Magari durante questa ricerca poteva emergere anche l’opportunità di un contatto umano o la scoperta di un luogo o una persona interessante. Tutto era caratterizzato dalla sorpresa e dalla gioia quando uscivamo dal labirinto. Ora è lo smartphone a decidere tutto.

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