Domani a Trieste Giulia Innocenzi riceve il premio “Margherita d’Argento” in onore di Margherita Hack e presenta il suo docufilm assolutamente da vedere.
Il titolo di questo film è “Food for Profit” ed è un documentario che non avrebbe mai dovuto vedere la luce.
Le piattaforme di streaming e i grandi produttori hanno rifiutato categoricamente questo progetto già cinque anni fa quando Giulia Innocenzi lo ha proposto: troppo controverso.
Giulia Innocenzi, non si è lasciata scoraggiare.
Ha bussato a tutte le porte per mesi alla ricerca dei finanziamenti necessari per girare in Europa e raccontare questa storia.
Ha rischiato personalmente recandosi in Spagna, Germania, Polonia e ovviamente in Italia per documentare ciò che nessuno avrebbe dovuto sapere.
Quando finalmente il film è stato completato, si è presentata la sfida della distribuzione e ancora una volta si è ripetuta la medesima scena: i distributori hanno detto “no grazie”, un documentario al cinema.
E poi su questo tema! Chi vorrebbe davvero assistere alle sofferenze dei vitelli, dei maiali e dei polli che poi finiscono sulle nostre tavole.
Solo un piccolo distributore indipendente ha creduto nel progetto e da settimane “Food for Profit” è uno dei film più visti al cinema.
Un fenomeno per una produzione a basso costo ma di grande impatto.
Alcuni potrebbero non aver gradito lo stile giornalistico adottato da Innocenzi, tuttavia non siamo qui per discutere dello stile, bensì del coraggio della sua denuncia nei confronti di un sistema corrotto e crudele del quale siamo complici distratti ogni giorno.
Gli allevamenti intensivi infliggono sofferenze indicibili agli animali; minacciano la nostra salute poiché consumiamo anche prodotti di scarsa qualità;
danneggiano il pianeta in quanto contribuiscono in modo significativo al riscaldamento globale; e sfruttano i migranti come manodopera, arricchendo solo gli allevatori senza scrupoli legati a politici privi di empatia.
Il documentario mostra chiaramente come tutto ciò venga realizzato con i nostri soldi. In sostanza, è necessario cambiare il sistema e nel frattempo dare spazio solo agli allevatori onesti che esistono e acquistare solo da allevamenti sostenibili: tutti possiamo contribuire, modificando le nostre abitudini alimentari, per contrastare l’illegalità presente nel settore.
https://www.foodforprofit.com/it/
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