Giugno 17, 2024

Compenso ai parlamentari un post per noi comuni lavoratori

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Compenso ai parlamentari un post per noi comuni lavoratori

Ho pensato di postare questo, per tutti noi che ogni mattina ci alziamo all’alba.

Il compenso di un parlamentare percepisce mensilmente un compenso compreso tra i 13 e i 15 mila euro.

L’articolo 69 della Costituzione stabilisce che l’indennità sia determinata.

Attualmente, l’importo si aggira intorno ai 5 mila euro netti. Il resto corrisponde ai rimborsi per l’attività parlamentare, che includono la diaria 3.500 euro.

E il rimborso spese 3.690 euro per i deputati, 5.830 per i senatori, sia documentate che forfettarie; dai 3.323 a 3.395 euro trimestrali per le spese di viaggio, fino a 1.200 euro all’anno per il telefono solo per i deputati.

Inoltre, oltre al compenso, è previsto il diritto a ricevere una pensione dopo cinque anni di legislatura e al raggiungimento dei 65 anni di età.

Oltre ad altri benefici tra cui gli interessi sul conto corrente: il 5,44% per i deputati e dipendenti della Camera con conto presso Banca Intesa a Montecitorio e il 3,50% per i senatori, con conto presso Bnp Paribas.

Un privilegio difficile da accettare per tutti gli individui comuni che sui propri depositi ricevono un tasso compreso tra lo 0,20% e lo 0,50%.

Ciò implica che la partecipazione ai lavori della Camera e del Senato non sia un obbligo lavorativo, ma una responsabilità dell’eletto nei confronti del suo partito e di chi lo ha nominato.

Egli deve rendere conto delle sue attività parlamentari, così come delle sue presenze e assenze.

I regolamenti della Camera e del Senato prevedono sanzioni in caso di assenza dalle sedute e dalle commissioni. In aula, vengono conteggiate solo le sedute in cui si svolgono votazioni,

ed è necessaria una presenza pari almeno al 30% delle votazioni giornaliere per evitare decurtazioni.

Ciò significa che durante la giornata è possibile saltare il 70% delle votazioni senza dover fornire alcuna spiegazione.

La presenza è garantita poiché il voto avviene tramite sistemi elettronici.

Lo stesso meccanismo si applica anche ai lavori delle Commissioni Giustizia, Affari Esteri, Difesa, Bilancio,, con l’unica differenza che qui la presenza richiesta del 30%

è mensile e viene registrata all’ingresso tramite badge elettronico, ma non all’uscita. Inoltre,

i resoconti dei lavori non sono così dettagliati come in aula e il voto avviene solitamente per alzata di mano.

Le norme vigenti stabiliscono che per ogni giorno di assenza ingiustificata venga detratto dall’importo della diaria (3.500 euro) 206,58 euro per i deputati e 224,9 euro per i senatori;

a ciò possono aggiungersi fino a 500 euro mensili in base alla percentuale di assenze dalle giunte e dalle commissioni.

Tuttavia, facendo i conti tra le presenze effettive, che richiedono solo il 30%, e le assenze giustificate, praticamente nessuno subisce alcuna penalizzazione finanziaria.

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