Giugno 16, 2024

Mele Val Venosta: pesticidi fino alle vette delle montagne

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Mele Val Venosta: pesticidi fino alle vette delle montagne

La qualità sempre buonissima ma……Le mele dell’Alto Adige sono famose per la loro perfetta apparenza, che spesso è accompagnata dall’uso di grandi quantità di pesticidi durante la produzione.

Uno studio recente dimostra che “Questi pesticidi non si limitano all’area di coltivazione, ma possono essere rilevati in tutta la valle e persino a quote elevate.

Le miscele di pesticidi individuate possono avere effetti dannosi sull’ambiente”. Nell’immaginario comune (e nella pubblicità), la Val Venosta e l’Alto Adige sono associati alle montagne e alla natura. In Val Venosta/Vinschgau, oltre 8.000 coltivatori producono il 15% di tutte le mele europee.

Tuttavia, come evidenziano i ricercatori tedeschi, austriaci,

del (Pesticide Action Network), la coltivazione convenzionale delle mele si basa principalmente sull’utilizzo di pesticidi sintetici che vengono applicati tramite irroratrici a ventola.

Questi insetticidi combattono parassiti come la carpocapsa, mentre i fungicidi contrastano le malattie fungine che causano la crosta sul frutto.

Questa pratica comporta un’elevata dispersione nell’ambiente, soprattutto in condizioni ventose.

Per lungo tempo gli esperti hanno ipotizzato che i pesticidi sintetici rimanessero principalmente nei frutteti,

dove venivano applicati e potessero essere trovati solo nelle immediate vicinanze.

metodologie di misurazione obsolete e poco sensibili, nonché sul fatto che i pesticidi lontani dalle aree di produzione semplicemente non venivano rilevati.

Con le moderne tecniche analitiche attuali, è possibile misurare contemporaneamente fino a cento pesticidi, anche a basse concentrazioni”. I dati dimostrano che i pesticidi si diffondono nei terreni agricoli e eliminano gli insetti nelle riserve naturali.

Da diversi anni in Val Venosta si sta osservando una diminuzione delle farfalle nei prati di montagna,

e gli esperti sospettano un legame tra ciò e l’uso di pesticidi nella valle.

I ricercatori hanno individuato la presenza di 27 diversi pesticidi nell’ambiente,

precisano che le misurazioni sono state effettuate all’inizio di maggio e durante la stagione di crescita fino al raccolto vengono utilizzati altri prodotti.

In media, vengono effettuate circa 40 applicazioni di pesticidi durante la stagione, sono in uso anche complesse miscele con diverse sostanze e concentrazioni ricorrenti ed elevate.

Nei campioni di terreno e piante analizzati dai ricercatori, è stato possibile rilevare la presenza dell’insetticida metossifenozide in quasi la metà dei casi.

Questa sostanza non è più autorizzata in Germania dal 2016 a causa del suo impatto sull’ambiente.

I ricercatori temono che la contaminazione da pesticidi sia diffusa nel suolo e nelle piante, e che anche i parchi nazionali, istituiti per proteggere piante e animali in via di estinzione, ne siano esposti.

Spiegano che “Le concentrazioni trovate non erano elevate, ma è stato dimostrato che i pesticidi influenzano la vita del suolo anche a basse concentrazioni

È necessario migliorare notevolmente le tecniche di applicazione dei pesticidi nella coltivazione delle mele.

È essenziale promuovere pratiche gestionali che favoriscano anche le benefiche interazioni,

tra insetti e parassiti, ovvero la cosiddetta biodiversità funzionale sia nei frutteti che nelle aree circostanti.

La soluzione a questo punto è creare prati seminaturali ricchi di fiori, distribuiti su tutto il territorio, al fine di fornire un habitat per gli antagonisti dei parassiti delle mele.

Frutta al supermercato non sempre di origine italiana

https://www.suedtirolerland.it/

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