La televisione e la poca fantasia.
Spesso si rimane colpiti dalle notizie più o meno serie che circolano, sia sul web che sui giornali.
Già all’epoca, non tutta la nazione e neanche buona parte dei giovani guardavano alla televisione Sandokan con Kabir Bedi.
Forse solo alcune signore affascinate dallo sguardo profondo dell’indiano aspettavano la puntata settimanale.
Tralasciando questo aspetto, ora viene proposta una nuova versione con Can Yaman;
a parte l’aspetto fisico marmoreo del protagonista, quanti si metteranno sul divano per seguire le avventure della Tigre?
La fantasia sembra essere svanita e non si sa cosa proporre alla TV per fidelizzare spettatori.
La nuova edizione dello “sceneggiato” è attesa su Raiuno, con Can Yaman.
La notizia dell’arrivo in TV di una nuova versione di Sandokan è sufficiente per scatenare i nostalgici del passato che rimpiangono il tempo di un tempo.
Basta dare un’occhiata a Facebook, il social preferito dai nostalgici sessantenni che esprimono apertamente la loro nostalgia per gli anni ’70-’80, per leggere commenti negativi sulla notizia; alcuni addirittura indignati.
Per quei nostalgici sopracitati, c’è solo un Sandokan: il teleromanzo firmato da Sergio Sollima. Proposto alla TV il sei gennaio 1976.
Molti possono dire “me lo ricordo”, considerando che ben 27 milioni di persone di ogni estrazione sociale rimasero incollate alle vicende dell’eroe salgariano per sei puntate.
Quel teleromanzo consacrò al rango di divinità l’allora semi-sconosciuto Kabir Bedi, presentatosi ai provini per la parte di Tremal-Naik, il quale nel ruolo della Tigre della Malesia fece innamorare molte spettatrici. Gli uomini invece ammiravano l’allora acerba Carole André nel ruolo della Marianna.
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