Giugno 5, 2024

Inchiesta sulla tragedia del Natisone, si continua a cercare

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Inchiesta sulla tragedia del Natisone, si continua a cercare

Continua l’inchiesta per stabilire le responsabilità della tragedia sul fiume Natisone,

si verifica se ci sono stati problemi di coordinamento nei soccorsi, Patrizia Cormos ha contattato la centrale operativa del 112 per ben quattro volte.

La prima richiesta di soccorso è stata inviata dal telefono della studentessa alle 13.29;

durante la chiamata, la ragazza ha fornito il suo nome, cognome e luogo di residenza, chiedendo anche di avvertire sua madre.

Successivamente, sono state effettuate altre due chiamate al numero d’emergenza, ma l’ultima non ha ricevuto risposta.

In un lasso di tempo di circa mezz’ora dalla prima chiamata alle autorità, Patrizia, la sua amica Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, tuttora disperso nel fiume, sono stati trascinati via dall’acqua.

Si precisa che fino a questo momento, la Procura non dispone di elementi per ipotizzare eventuali condotte negligenti da parte di terzi che possano aver contribuito alla morte delle ragazze.

A partire dalla prima chiamata di soccorso effettuata da Patrizia alle 13.29 dello scorso venerdì, quando lei e i suoi due amici hanno realizzato che il livello dell’acqua stava salendo in modo pericoloso impedendo loro di mettersi in salvo,

la Procura sta svolgendo tutte le indagini necessarie tramite testimonianze raccolte,

per verificare come indicato dal procuratore la tempestività dei soccorsi e se vi siano stati eventi o circostanze che abbiano potuto incidere sulla tragedia.

Il procuratore ha altresì precisato che la magistratura non si occupa di valutazioni politico amministrative che non rientrano nella competenza.

Le indagini si stanno concentrando sulla tempistica: la prima chiamata di emergenza è stata fatta dalla giovane alle 13.29″.

Questo dato è certo e risulta confermato dal telefono danneggiato di Patrizia recuperato nelle acque del Natisone, sebbene in condizioni non significative.

Ogni dettaglio è oggetto di verifica e approfondimento, compresa la segnaletica,

peraltro presente nelle vicinanze del ponte romano a Premariacco, luogo dove i ragazzi si erano recati per fotografare il fiume prima che l’acqua alta giungesse.

Ulteriori controlli saranno eseguiti anche sui tempi, approssimativamente stimati in 5 minuti, impiegati dai vigili del fuoco per raggiungere il luogo dell’incidente.

Gli investigatori stanno attualmente verificando se i dipendenti della centrale operativa del NUE (Numero Unico di Emergenza) e i vigili del fuoco intervenuti per primi sul luogo abbiano seguito le procedure appropriate.

Indagini, per chiarire la tragedia dei ragazzi sul Natisone

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