Un saluto a Zeno D’Agostino, Trieste ti vuole bene! ciao presidente.
Sono stati necessari i portuali affinché le lacrime autentiche potessero scendere.
È di fronte ai lavoratori portuali delle banchine che il presidente dell’Autorità Portuale, Zeno D’Agostino, si lascia andare completamente nei giorni del lungo addio a Trieste.
Alla Stazione Marittima sono presenti anche politici, terminalisti e manager, ma sono i lavoratori a far battere il cuore di D’Agostino.
Matteo è alla porta, ricoperto di tatuaggi.
Quando gli si chiede di Zeno, lo sguardo burbero si ammorbidisce: “Un dirigente che ha dedicato cuore e anima al porto, che dal suo ruolo parlava con i facchini.
Con lui l’alta borghesia e la plebe hanno saputo dialogare e non so chi altro riuscirà”.
Non si avverte un clima festoso. L’atmosfera è malinconica perché ciò che sta per consumarsi è un saluto definitivo.
E poi c’è la gente comune. Come Marino che lavora in porto “da 52 anni” e che “di presidenti ne ho visti tanti ma ne ricorderò solo uno”.
Alla fine sale sul palco D’Agostino. “Il momento è giunto ed era atteso, ma è difficile.
Vedo volti, storie, passione, tanto cuore. È l’era dell’intelligenza artificiale, ma a me piacciono le relazioni con la gente semplice e sincera, che ti coinvolge e ti commuove trasmettendoti ciò che non riesce a dirti a parole”. La voce si interrompe e scoppia il pianto.
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Zeno D’Agostino: condizioni per uno sviluppo duraturo di Trieste e Monfalcone
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