Maggio 16, 2024

Farmaci che contaminano il pianeta e i nostri fiumi

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Farmaci che contaminano il pianeta e i nostri fiumi

L’ inquinamento, così i farmaci finiscono nei nostri fiumi:

il risultato è emerso da uno studio, su 30 fiumi dal Nord America all’ Amazzonia per misurare la presenza di 62 farmaci. La prima indagine globale sull’inquinamento ambientale da farmaci ha rivelato concentrazioni a livelli potenzialmente tossici in più di un quarto delle località studiate.

Lo studio dell’Università di York, ha esaminato 258 fiumi in tutto il mondo, dal Mississipi al Rio delle Amazzoni, per valutare la presenza di 62 farmaci. Il risultato è stato l’individuazione di concentrazioni a livelli potenzialmente tossici in oltre un quarto delle località

E’ noto che i farmaci contaminano le acque del pianeta, con possibili effetti negativi sugli organismi che vi abitano.

Fino ad ora i dati disponibili riguardavano principalmente Cina, Nord America ed Europa.

Si tratta della prima indagine globale sull’inquinamento ambientale da farmaci.

Molte sostanze farmaceutiche vengono parzialmente rilasciate nell’ambiente dopo il loro utilizzo.

Eliminate attraverso l’urina o le feci, queste sostanze possono finire nelle acque reflue nella loro forma attiva originale o sotto forma di metaboliti.

Le acque del fiume Tevere a Roma non sono esenti da questa problematica, infatti è stata riscontrata una concentrazione elevata di antidiabetici.

L’accesso dei farmaci ai fiumi è molto semplice:

Il consumo mondiale di farmaci viene eliminato dal nostro corpo attraverso le feci e l’urina, che se non trattate dagli impianti fognari o di depurazione, finiscono direttamente nell’ambiente.

Oppure, come nel caso del Tevere, passano attraverso il sistema fognario,

che raccoglie tutte le acque reflue delle nostre case e le porta agli impianti di depurazione, i quali rilasciano queste acque in un corso d’acqua superficiale come un fiume o il mare.

Secondo lo studio, esistono forti correlazioni tra lo stato socioeconomico di un Paese e l’inquinamento da prodotti farmaceutici nei suoi fiumi: dove il consumo di farmaci è maggiore, quindi dove c’è una maggiore disponibilità economica per acquistarli, si riscontrano livelli più elevati di tali sostanze nei corpi idrici.

I problemi sono legati non tanto alla tossicità del farmaco in sé, ma all’esposizione cronica a piccole quantità per periodi prolungati.

Al momento sono attivi dei controlli sui nuovi farmaci e prima della commercializzazione devono dimostrare la loro buona biodegradabilità e la capacità di non persistere o accumularsi nell’ambiente.

Purtroppo, l’unica soluzione possibile è intervenire sugli impianti di depurazione per trattenere questi farmaci, ma ciò risulta molto complesso.

Uno studio ha evidenziato anche la presenza di farmaci e pesticidi nelle piume degli uccelli nella laguna veneta. Troviamo farmaci negli uccelli perché non tutti gli impianti di depurazione sono in grado di ridurre significativamente le concentrazioni di queste moderne sostanze chimiche.

Gli scarichi dei depuratori contengono ancora quantità significative di questi prodotti, è necessario intervenire dal punto di vista ingegneristico,

per produrre sostanze più biodegradabili, riducendo così la loro persistenza nell’ambiente, e continuare a migliorare gli impianti di depurazione affinché possano intercettare tali prodotti.

Da Silvio Garattini, scienziato over 90, i segreti per un cervello in salute

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