Aprile 9, 2024

Bambina uccisa la Serbia vuole la pena di morte

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bambina uccisa in Serbia

Un crimine enorme sta scuotendo il Paese, l’omicidio della bambina Danka, e sta emergendo un desiderio reintrodurre la pena di morte.

Questa controversa soluzione è stata evocata dalle massime autorità della Serbia in seguito al caso di Danka Ilic, una bambina di appena due anni uccisa da due individui che l’hanno investita e successivamente si sono sbarazzati del suo corpo, sembra, in una discarica abusiva.

Nonostante le ricerche siano in corso da giorni, non c’è ancora traccia del cadavere della bambina.

Questo abietto crimine ha spinto il leader politico nazionale, il presidente Serbo ad annunciare che chiederà al prossimo governo “di considerare la reintroduzione della pena capitale”.

Appena tornato da Parigi, dove ieri ha incontrato il leader francese Macron, Vucic si impegnerà a concretizzare questa idea e farla giungere “davanti al Parlamento” attraverso gli opportuni emendamenti al Codice penale.

Il presidente è convinto che la pena capitale agirebbe egregiamente “in termini di prevenzione per chi pensa sia normale commettere reati del genere”.

Potrebbe sembrare solo una boutade?

Non sembra essere così, poiché anche lo storico alleato di molte maggioranze passate e future, il leader socialista Dacic, ha dichiarato di condividere in linea di massima questa idea.

Ha spiegato che è favorevole alla pena di morte, sebbene sia difficile raggiungerla. un esperto della politica balcanica, ha specificato che oltre ai Codici, sarebbe necessario “cambiare anche la Costituzione”.

Tuttavia, è certo che la popolazione in Serbia, anche senza modifiche legislative, vorrebbe “strangolare a mani nude” i due sospettati, come ha avvertito.

Potrebbe non essere un’esagerazione, dato che da anni serpeggia nel Paese un desiderio crescente di mano dura, a favore della pena di morte abolita definitivamente nel 2002.

L’ultima esecuzione risale addirittura al 1992 e riguardava un pedofilo omicida nella città di Sombor, nel nord del Paese.

Questo desiderio è confermato dai sondaggi condotti dall’organizzazione non governativa che da decenni analizza l’opinione pubblica nazionale su questo tema.

Nel 2004, la Serbia era quasi equamente divisa tra favorevoli e contrari alla pena di morte e lo stesso trend si è alternato fino al 2014, quando si è invertito con una maggioranza a favore dell’impiccagione.

Oggi ben il 67% dei serbi sarebbe per il ritorno della pena capitale.

Tuttavia, c’è un problema significativo: come membro del Consiglio d’Europa, la Serbia non può reintrodurre la pena di morte.

E solo se ne usciamo da questa organizzazione internazionale sarà possibile farlo”, ha avvertito l’attivista Miletic.

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