Una triste foto che mi stringe il cuore ……Questa fotografia, è già diventata iconica, ritrae in modo provocatorio gli impatti gravissimi del cambiamento climatico e ha come protagonista la specie simbolo che sta soffrendo maggiormente a causa della perdita di habitat e delle prede di cui si nutre.
L’Artico, infatti, si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto a qualsiasi altra parte del Pianeta, e la copertura della calotta polare si riduce del 14% ogni decennio.
Negli ultimi 40 anni abbiamo perso circa 2 milioni di km2 di ghiaccio marino, un’area più grande dell’Alaska e della California messe insieme.
Gli orsi polari dipendono dal ghiaccio marino per muoversi, riprodursi e cacciare.
Tuttavia, se i trend attuali di fusione delle calotte polari e la scomparsa degli habitat adatti continueranno come negli ultimi decenni, alcuni studi ipotizzano che potremmo perdere fino al 30% della popolazione di questa specie entro soli 35 anni.
Le stime più recenti indicano una presenza di tra i 22.000 e i 31.000 individui nella natura.
Già ora ci sono dati allarmanti: la popolazione degli orsi polari nella baia di Hudson (Canada) è diminuita del 30% tra il 1987 e il 2017.
La fusione del ghiaccio marino ha anche portato ad un aumento dei conflitti tra gli esseri umani e gli orsi polari.
A causa della carenza di cibo e della riduzione della durata del ghiaccio, molti orsi si avvicinano ai villaggi in cerca di fonti alimentari facili da raggiungere.
Ciò comporta un aumento delle interazioni e una peggiore percezione sociale degli orsi da parte delle comunità locali.
La perdita del ghiaccio marino ha anche un impatto sulle opportunità di accoppiamento degli orsi polari e sulla loro capacità di spostarsi e disperdersi in altre aree.
Questo fenomeno ha portato ad un aumento degli accoppiamenti tra individui consanguinei.
Le popolazioni di orsi sono sempre più isolate a causa della scomparsa del loro habitat, e l’endogamia potrebbe aumentare in futuro con gravi conseguenze sulla diversità genetica e quindi sulla sopravvivenza della specie.
Una triste foto dopo tre giorni di ricerca degli orsi polari nella fitta nebbia al largo delle Svalbard, a bordo di una nave da spedizione. si racconta che la nave ha incontrato una coppia di orsi cambiando rotta: uno giovane e uno anziano, li ha seguiti per 8 ore.
Poco prima di mezzanotte, il giovane maschio si è riposato.
Sotto la luce del sole di mezzanotte, l’orso ha creato un letto su un piccolo iceberg usando le sue potenti braccia prima di addormentarsi. La speranza è che questa foto, bellissima e spaventosa, possa aprire gli occhi a molti sull’urgenza di agire per frenare la crisi climatica.
LE AZIONI DEL WWF PER PROTEGGERE L’ORSO POLARE
Per garantire un futuro agli orsi polari, è necessario agire direttamente sulle cause principali del riscaldamento globale a livello mondiale.
È quindi fondamentale esercitare pressioni sui governi e sulle aziende affinché puntino sempre di più su fonti energetiche rinnovabili
e riducano drasticamente le emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra e dell’aumento delle temperature che stiamo osservando.
Il WWF lavora da anni per contrastare le minacce che gli orsi polari devono affrontare e per garantire loro un futuro.
Il progetto “Last Ice Area” del WWF si concentra su una delle zone meglio conservate dell’Artico, situata tra Canada e Groenlandia,
Inoltre, in Groenlandia il WWF si impegna a rendere i villaggi meno attrattivi per gli orsi polari che sono principalmente attirati dal cibo, attraverso la ricerca e lo sviluppo di tecniche preventive e dissuasive.
È anche fondamentale comunicare alle popolazioni locali i comportamenti corretti da adottare nelle aree frequentate dagli orsi.
È necessario lavorare su tutti questi fronti per garantire un futuro al più grande carnivoro terrestre del Pianeta.
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