Marzo 11, 2024

La sanità italiana si regge sui precari

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La sanità italiana si regge sui precari. In sella al suo motorino, fa lo slalom tra il traffico di Napoli. In tasca ha il foglio delle visite domiciliari di oggi: nove pazienti, tutti in zona Fuorigrotta.

Uno pensa che lì ci sia solo lo stadio Diego Armando Maradona.

Invece ci vivono un sacco di anziani allettati e soli che necessitano di assistenza, medicazioni, fisioterapia costante.

Dal 2005 Giuseppe è un Oss, un Operatore sociosanitario della zona centrale di Napoli e si occupa di assistenza domiciliare.

Un lavoro importante: entra nelle case dei più fragili, si accerta delle loro condizioni fisiche e psichiche, fa loro un bagno caldo, pulisce le ferite,

Offre le cure minime per restare in salute. 

Il suo sforzo vale 8,8 euro lordi l’ora. Un fisioterapista, chiamato ad esempio a riabilitare l’anziano reduce da frattura al femore, vale 9,6 euro l’ora.

E l’infermiere, intervenuto per curare una piaga da decubito, vale 10,4 euro l’ora. Tutto incluso: non c’è buono pasto, non c’è rimborso spese per gli spostamenti,

L’auto (o il motorino) è a carico del lavoratore, addirittura il tempo impiegato per spostarsi da un paziente all’altro non viene conteggiato.

Speriamo non scoprano mai che in Svizzera sono pronti ad assumerli a 37 euro l’ora: l’infermiere è merce rara.

In teoria l’Adi, cioè l’Assistenza Domiciliare Integrata, dovrebbe essere fra i principali assi nella manica del Pnrr, il Piano di Ripresa e Resilienza, finanziato dall’Europa con 20 miliardi di euro solo per la Sanità.

 L’attuale governo non solo ha tagliato i presìdi da realizzare – meno 414 Case di Comunità, meno 96 Ospedali di Comunità, meno 76 Centrali Operative – ma ha destinato briciole al personale necessario: 250 milioni per il 2024, 350 per gli anni a seguire. Troppo poco se si considera che servirebbero 272 mila infermieri.

Nonostante il ministro della Salute, Orazio Schillaci, abbia assicurato che nel 2024 sarà finalmente levato l’odioso tetto di spesa al personale, che in sostanza dal 2004 non consente nuove assunzioni, La sanità italiana si regge sui precari

Il Paese reale va in un’altra direzione la sanità pubblica ha sempre più bisogno dei precari. In tutto questo, il nostro Operatore sociosanitario di Napoli ha paura che, presto o tardi, l’intero sistema delle cure domiciliari sarà sostituito da un pratico voucher assegnato alle famiglie, che a quel punto potranno decidere di spenderlo in quale struttura (privata) . Con buona pace del pubblico, sarà l’ennesimo regalone ai tanti re delle cliniche.

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